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I VANGELI APOCRIFI

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"E la verità vi farà liberi" (Gv. 8,32).

L’evangelista Luca dice che in molti si erano messi a raccontare ciò che era avvenuto ad opera di Cristo. Complessivamente furono scritti almeno una cinquantina di Vangeli, ma dal 4° secolo i libri estranei al corpo biblico e al catalogo ufficiale della Chiesa, quelli non riconosciuti come sinottici, cioè ispirati, furono considerati apocrifi, cioè eretici, falsi, anche se l’aggettivo del vocabolo greco “apocrifo” aveva un significato totalmente diverso da quello che comunemente gli venne attribuito, infatti significava metro di paragone, segreto, rivelatore di verità nascoste.

L’aggettivo apocrifo nel N.T. appare solo 2 volte nelle lettere di S. Paolo: in uno con il valore di misura e l’altro di norma. Nei riguardi del V.T. l’attribuzione di apocrifo esiste ancora e varia a seconda che ad applicarla siano i cattolici, i protestanti o gli ebrei

Nella versione religiosa indicava i libri segreti, rivelatori di verità occulte non facilmente accessibili alle masse e destinati agli iniziati, persone di istruzione superiore. Poi l’aggettivo fu esteso a tutti i testi sospetti di eresia e comunque non conformi alle norme della dottrinale ufficiale.

Sia gli apocrifi della proto-letteratura cristiana sia quelli della letteratura greco-romana si sviluppano in un’area culturale sostanzialmente pre-paolina.

La proliferazione dei Vangeli nasce dal bisogno di consolidare e radicare attraverso la tradizione la rivelazione rivoluzionaria del messaggio messianico.

Nascono sette, gruppi, scuole ecc., i più noti erano: gli Esseni, comunità religiosa di derivazione ebraica sulle sponde del Mar Morto, considerati i puri, i poveri in spirito; erano vegetariani, guaritori, esperti di profezia, praticavano vita comunitaria, il digiuno, la carità, la povertà, la castità; cercavano la conoscenza diretta e personale di Dio; gli Ebioniti, chiamati anche gli umili, i poveri, probabilmente erano gli Esseni che confluirono nel cristianesimo originario: seguivano unicamente il Vangelo secondo Matteo, il solo scritto in lingua ebraica; e rifiutavano l’apostolo Paolo, e le sue lettere, che consideravano apostata; i Docetisti, insegnavano che Cristo solo in apparenza era nato e morto rivestendosi di un corpo, e che l’Eucaristia non contiene realmente il corpo di Cristo); i Marcioniti, tra le più importanti sette del cristianesimo primitivo, respingevano l’Antico Testamento mentre del Nuovo prendevano solo il Vangelo di Luca e le lettere di S. Paolo, rinunciavano ai beni materiali e al matrimonio vivendo da asceti; sostenevano che il mondo era opera di un Dio imperfetto al di sopra del quale vi era il Dio buono che aveva inviato il suo spirito incarnatosi solo in apparenza nel Cristo; gli Gnostici, gli adepti di questa filosofia religiosa pretendevano di avere la conoscenza totale e privilegiata della Divinità; la salvezza non viene dalla fede né dalle opere ma dalla conoscenza intuitiva di Dio ottenuta per illuminazione diretta; i Manichei, ai quali aveva aderito S. Agostino, per lungo tempo fu considerata una corrente del cristianesimo; religione universale rivelata, basata sui principi dualistici tra il bene, identificato con la luce, in eterno conflitto con il male identificato con la materia; la redenzione per mezzo della preghiera e del digiuno viene per opera di Gesù; gli Encratici, si astenevano dalla carne, dal vino e dal contrarre matrimonio e celebravano il ricordo di Gesù cenando con pane ed acqua, i Nicolaiti, casti, poveri e vegetariani, fondati da uno dei primi 7 diaconi degli Apostoli.

Ogni comunità cristiana utilizzava, senza distinzione alcuna, un Vangelo particolare.

Verso la metà del 2° secolo l’apologista Taziano tentò di fondere i 4 Vangeli cosiddetti sinottici in un’unica opera, puntando sulla concordanza testimoniale.

Ma l’impresa non ebbe seguito e nei secoli successivi finì col prevalere la lettura individuata e integrale di ciascuno dei 4 vangeli canonici.

Però un filo conduttore lega le correnti eretiche del cristianesimo originario e le tante sfaccettature si espressero nel più fantastico sincretismo che la storia religiosa abbia mai conosciuto.

Tutto il mondo mediterraneo accolse i Vangeli apocrifi e li feci propri. Gran parte dei temi evangelici presenti nel Corano hanno origine apocrifa.

L’avversione verso i Vangeli apocrifi inizia con S. Paolo che dà un’interpretazione personale al problema cristologico e osteggia non solo un vangelo diverso dal suo (cioè quello di Luca scritto su sua narrazione, anche se Paolo non conobbe mai Gesù, si convertì al cristianesimo 35 anni dopo la morte di Cristo e fu un tenace persecutore dei primi cristiani) e dello stesso S. Giovanni evangelista, ma soprattutto perché nei Vangeli apocrifi emerge una figura troppo umana di Gesù, appare non come la vittima espiatoria delle nostre colpe ancestrali, né come il figlio di Dio che vuole essere adorato, ma l’uomo che si propone come esempio e come modello di purezza e rigore morale. Un Cristo umanizzato non era adatto al mondo greco e romano in un momento storico in cui il cristianesimo stentava a sopravvivere tra varie persecuzioni e il messaggio fu adattato nell’intento di soddisfare le esigenze culturali e i bisogni delle masse pagane. La stessa riabilitazione di Pilato viene operata dagli evangelisti canonici per motivi di evidente opportunità, nel tentativo di non urtare la suscettibilità del popolo romano. Tutta le responsabilità della condanna di Gesù viene deviata sugli ebrei che vengono considerati popolo deicida. I Vangeli giudeo-cristiani, che appartengono a piccole comunità della Palestina e della Siria (ebioniti, nazorei, mandei ecc.) con impronta sociale e con realistica umanizzazione del Messia, non sarebbero stati adatti al mondo greco-romano per i quali era più utile un messaggio in chiave esoterica per i bisogni culturali delle masse pagane. Per questi furono scritti i 4 vangeli sinottici mentre i vangeli gnostici non ebbero fortuna nella maggioranza delle comunità cristiane. Ma prima di essere messi al bando la dottrina gnostica ebbe il tempo di esercitare una profonda influenza sul pensiero cristologico e verso la metà del II secolo venne composto il Vangelo secondo Giovanni.

Tra l’altro nei Vangeli apocrifi non vi è Chiesa ma vita comunitaria, non vi è dottrina ma regola esistenziale, non vi è gerarchia ecclesiastica ma solo diaconi, e questo trovò l’opposizione della Chiesa ufficiale che andava mano a mano acquisendo potere nella gerarchia dei vescovi, veri e propri regnanti.

I più antichi apocrifi erano i vangeli appartenenti a comunità giudaiche sparse fin dagli albori del cristianesimo in Palestina e in Siria. Di questi vangeli non rimane che qualche traccia distorta negli scrittori posteriori Padri della Chiesa.

Fin dal I sec. nel colto ambiente di Alessandria d’Egitto erano cominciati a diffondersi i vangeli gnostici di ispirazione neoplatonica che interpretano l’insegnamento di Gesù su basi razionali: in questi Gesù è visto come un simbolo che illumina la conoscenza.

Forti movimenti religiosi, soprattutto protestanti, ai nostri giorni, tornano ad accentuare questo aspetto di Gesù predicatore contro ogni ingiustizia e oppressione, perciò il suo messaggio è rivoluzionario.

Nel corso del II secolo ogni comunità cristiana piccola o grande, in Palestina come in Siria, in Egitto come in Asia Minore, in Grecia come a Roma, utilizzava un Vangelo particolare. Giustino, nella sua apologia, attinge indifferentemente da parecchi di essi senza far questione di canonicità. Solo dal IV secolo si trova usata la parola canone per indicare un elenco di scritti neotestamentari ufficialmente riconosciuti da qualche Sinodo e la parola apocrifo col significato di falso ed eretico.

Molti influssi ebbero sulle masse del primo cristianesimo i Vangeli Dualistici, attribuiti a Simon Mago, nei quali il Dio del bene si contrapponeva in eterna antitesi al Dio del male.

Un gran numero di manoscritti circolavano nel Medioevo, nel periodo di reazione dei fedeli alla corruzione del clero, con aggiunte e varianti più o meno attendibili. Si trovano numerose traduzioni in siriaco, in armeno, in copto, in arabo, in rumeno, in sassone.

La difficoltà maggiore nell’accettare come storicamente validi i Vangeli apocrifi sta nella narrazione spesso romanzesca delle vicende che sovente vennero adattate dai vari traduttori al contesto in cui cercavano di diffonderli, anche se la stessa Chiesa cattolica non ha esitato a prendere da questi, come dati storici, molti particolari riguardati la vita di Maria, come nel Protovangelo di Giacomo, il più antico di tutti gli scritti neotestamentari, in cui troviamo l’angelo che dice a Maria: “Ave o piena di grazia, il Signore è con te. Benedetta tu fra le donne…” E ancora: “Ecco, io sono la serva del Signore; avvenga di me come tu hai detto.” E l’episodio in cui Elisabetta riceve Maria: “A che debbo che venga a me la madre del mio Signore?” E i Re Magi che chiedono: “Dov’è il re dei Giudei che è nato perché abbiamo visto la sua stella ad Oriente e siamo venuti per adorarlo?” Nello stesso Protovangelo una splendida immagine di Maria che era “allevata nel Tempio come una colomba e riceveva il cibo dalla mano di un angelo” e quando chiede all’angelo in che modo ella concepirà e partorirà si sente rispondere con la stupenda immagine di Luca: “Ti coprirà come un’ombra la potenza del Signore.”

Alcuni Vangeli apocrifi, specialmente in quello Arabo e quello Armeno narrano le vicende di Gesù bambino, tra i 5 e i 12 anni, come di un ragazzo terribile, vendicativo e prepotente che spesso ricorre alle sue prerogative divine per rimediare alle sue bricconate. La materia narrativa è ricca di colorito romanzesco e di arcaiche fiabe popolari. I personaggi dei Vangeli canonici hanno una loro funzione sobria ed essenziale, nei Vangeli arabi dell’infanzia incontriamo un Gesù stizzoso e irritabile, una sorta di Gian Burrasca di cattivo umore costretto a ricorrere ai propri attributi divini per rimediare alle sue malefatte e ai suoi sgarbi. Un ragazzo urta Gesù per strada e Gesù lo fa secco. I genitori del morto se ne lamentano e lui per tutta risposta li acceca. Un’altra volta lo accusano di aver fatto precipitare dalla terrazza un amico con cui stava giocando, che muore, per discolparsi lo fa resuscitare affinché parli e dica che non è stato lui a farlo cadere. Un’altra volta un ragazzo dispettoso gli rovina un gioco di acqua e fango e ancora una volta Gesù lo fulmina, anche se alle rimostranze di Maria lo fa resuscitare a calci nel sedere.

Anche con Giuseppe Gesù a volte è brusco e insofferente. Più volte gli leva dalle mani uno scappellotto e una volta vediamo il padre putativo che, in un campo di fave, insegue Gesù con un randello in mano. La stessa sacra famiglia è malvista e tenuta a distanza a causa di questo bambino dal pugno proibito. l povero Giuseppe non sa cosa fare con un figlio così e verso il quale Gesù è insofferente e non perde occasione di ricordargli che non è suo figlio e che è venuto al mondo prima di lui. Il quadro generale della sacra famiglia è quello è di una famiglia impossibile, malvista e tenuta a distanza perché il figlio è una specie di eroe vendicativo.

Però nello Pseudo-Matteo troviamo anche un Gesù bambino dolce e commovente quando durante il viaggio attraverso il deserto Maria si riposa all’ombra di una palma e desidera assaggiare i frutti che sono in cima all’altissimo tronco. Gesù sorridente leva il capo dal grembo materno e dice: “Piegati albero e con i tuoi frutti dà ristoro alla mia mamma.”

Nel Vangelo Armeno un linguaggio di estrema eleganza teologica di Gesù quando risponde al soldato che gli chiede le generalità: “Io sono senza padre sulla terra e senza madre in cielo. Come prima nascita sono nato da mio padre senza aver avuto una madre e come seconda sono nato da mia madre senza aver avuto un padre”. Ma anche questo Vangelo racconta le marachelle di Gesù. “Presa della polvere da terra la gettò in aria e quella si mutò in mosche e zanzare e tutta la città ne fu ripiena. Uomini ed animali erano fortemente infastiditi. Prese dell’argilla e ne fece api e zanzare che aizzò contro i suoi compagni di gioco che mise in agitazione.” E più avanti. “Soffiò sul volto dei ragazzi e li fece diventare ciechi, ma subito dopo impose loro le mani e restituì la luce ai loro occhi. A quelli che aveva ferito colpendoli impose le mani e li guarì. Introdusse un dito nelle orecchie dei ragazzi e li rese sordi, poi soffiò e restituì loro l’udito.” Nello stesso Vangelo scopriamo un bambino sgarbato anche nei confronti della madre. Maria dice a Gesù: “Figlio mio, perché sei fuggito così da quella gente?” E Gesù risponde: “Madre sta in silenzio e continua tranquilla la tua strada.” E più avanti quando la madre scorgendo il figlio gli dice: “Dove sei stato tutto il giorno mentre io non sapevo cosa ti è capitato e sto in apprensione per te?” Gesù le risponde: “Che vuoi da me…” E ancora Maria dice a Gesù: “Noi abbiamo cercato di farti apprendere tutti i mestieri ma tu non ti sei applicato in nulla. E Gesù dice: “Hai detto delle cose assolutamente insensate…”

Giuseppe, insieme a Maria è il personaggio che in questi Vangeli apocrifi viene alla ribalta con umanità scontrosa ed umile. Sostanzialmente imbarazzato del proprio ruolo e con muso lungo vorrebbe sottrarsi al matrimonio con Maria e sino a che la colomba non si posa sul suo bastone cerca di non dare neppure nell’occhio. Affidatagli Maria è tutto un susseguirsi di sane incredulità, di sospetti e di onesti pentimenti. Giuseppe non è un bravo falegname e Gesù deve stargli sempre accanto, per rimediare con i suoi prodigi, alle misure sbagliate.

Contemporaneo alle tendenze giudaico-cristiane troviamo un cristianesimo di ispirazione gnostica che ha influito sul Nuovo Testamento e specialmente su Giovanni l’evangelista. Tra i Vangeli gnostici quello di Tommaso, considerato come il 5° Vangelo, risale all’anno 120 d.C. circa. In questo Vangelo Gesù esprime alcuni concetti estranei al linguaggio canonico. Dice: “Beato il leone che mangia l’uomo cosicché il leone diventi uomo e sventurato l’uomo che il leone mangia cosicché l’uomo diventi leone.” E ancora, contrariamente a quanto da Gesù stesso affermato nei Vangeli Esseni ed in quelli sinottici dice: “Se voi digiunerete, commetterete colpa verso voi stessi; se pregherete sarete posti sotto giudizio; se farete elemosina farete danno al vostro spirito; se vi riceveranno mangiate ciò che vi viene posto davanti, poiché non ciò che entra nella bocca contamina l’uomo ma ciò che esce dalla bocca.” Più avanti troviamo una splendida immagine di modernità olistica. “Il Tutto è uscito da me e il Tutto è ritornato a me. Fendi il legno e io sono la; solleva la pietra e là mi troverai.”

Via via che ci allontaniamo dall’infanzia di Gesù il panorama degli apocrifi muta sostanzialmente. I racconti perdono il carattere di narrazione popolare lirico-romanzesca per avvicinarsi ad un genere più ambizioso ricco di spunti mitici e allegorici. Vi sono infatti miracoli insoliti per scenario ed azione: Gesù bambino scende dall’alto di un castello appeso ad un raggio di luce.

Gran parte della tradizione artistica figurativa medioevale si ispira ai Vangeli apocrifi; persino in una basilica di Roma, S. Maria Maggiore, un mosaico riproduce l’episodio di Affrodosio governatore di Sortine che vede gli idoli cadere nel Tempio.

I Vangeli parlano della fanciullezza di Gesù

I Vangeli apocrifi riempiono il silenzio dei Vangeli canonici sulla fanciullezza di Gesù, anche se in questi Gesù appare come un piccolo dio vendicativo e prepotente.

Nel primo medioevo e nei moti ereticali del XI e XIII sec. uscirono molti scritti religiosi con l’intento di rimproverare la corruzione della Chiesa.

Più tardi la riforma protestante, con la libertà di interpretazione dei testi sacri, ha stimolato un’indagine senza pregiudizi su tutte le fonti scritte del messaggio cristiano, compresi gli Apocrifi. Nel 700 fu fatta la prima traduzione moderna degli apocrifi. Un’ampia raccolta con indagine filologica fu pubblicata per la prima volta ad Amburgo nel 1719. Nell’800 si sviluppano studi sempre più numerosi e approfonditi. Tra il 1897 e il 1905 vennero ritrovati in Egitto alcuni frammenti di papiri che riportavano detti di Gesù identificati con alcuni passi dei Vangeli apocrifi. Nel 1945 in Egitto scavi archeologici hanno portato alla luce un’intera biblioteca contenente testi di Vangeli ed altre opere gnostiche totalmente sconosciute. L’altra grande scoperta è avvenuta nel 1947 a Qumran nei pressi del Mar Morto contenente commenti biblici e manuali di disciplina della comunità degli Esseni.

L’elenco dei Vangeli apocrifi

Questo elenco inizia con il Protovangelo di Giacomo il Minore, fratello di Gesù, il più antico di tutti gli scritti neotestamentari, scritto prima del 150; anche se non sembra un’opera organica scritta da un solo autore, le novità di questo vangelo stanno principalmente nel fatto che i personaggi di Maria e Giuseppe acquistano notevole interesse.

La vera e sostanziale differenza tra il Gesù dei Vangeli canonici e il Gesù dei Vangeli apocrifi sta in tre aspetti fondamentali:1° i Vangeli apocrifi danno notizie inerenti la vita di Gesù bambino, del suo carattere e dei suoi tanti prodigi compiuti in età adolescenziale; 2° rivelano una natura profondamente umana di Gesù più vicina alla condizione esistenziale dell’uomo; 3° emerge un aspetto totalmente nuovo dell’insegnamento di Gesù nella sua compassione verso gli animali e il rispetto per la natura. A proposito di quest’ultimo aspetto nel Vangelo degli Ebrei Gesù dice: “Sono venuto ad abolire i sacrifici e se non cesserete di fare sacrifici non si allontanerà da voi l’ira di Dio.” Nel Vangelo degli Ebioniti (comunità vegetariana e con un profondo rispetto per gli animali) quando un discepolo gli chiede: “Dove vuoi che prepariamo per te, per consumare la Pasqua? Gesù risponde: “Ho forse manifestato il desiderio di mangiare carne con voi in questa Pasqua?” Ma il suo aspetto misericordioso verso la condizione degli animali, come l’aspro rimprovero per colui che li uccide o ne mangia le carni, lo troviamo nel,Evangelo Esseno della Pace, secondo l’apostolo Giovanni delle Chiese Cristiane d’Oriente, originale aramaico del 3° sec. Bibl. Vatic. N.156-P, “Chi uccide un animale uccide suo fratello e la carne degli animali uccisi nel suo corpo diventerà la sua stessa tomba. Chi si nutre della carne degli animali uccisi mangia un corpo di morte. Non uccidete e non mangiate la carne delle vostre prede innocenti se non volete diventare schiavi di Satana: questo è il sentiero che conduce alla morte attraverso la sofferenza. Poiché la vita viene solo dalla vita e dalla morte viene solo la morte. Non uccidete dunque né uomini né animali perché i vostri corpi diventano ciò che mangiate e il vostro spirito ciò che pensate. Io vi chiederò conto di ogni animale ucciso come di ogni uomo. Nell’aramaico “Vangelo della vita perfetta” si legge: “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati.” Nel Vangelo dei 12 Aspostoli sta scritto: “Ecco che quest’uomo ha cura di tutte le creature. Perché egli le ama tanto?” E nelle pergamene del Mar Morto, scoperte nel 1947 in una località dove vissero gli Esseni, l’Angelo dice a Maria: “Tu non mangerai carne né berrai bevande forti perché il bambino sarà consacrato a Dio dal ventre di sua madre.” Negli stessi testi Gesù dice: “Siate rispettosi e compassionevoli non solo verso i vostri simili ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela.” E troviamo ancora Gesù che rimprovera aspramente i pescatori: “Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi frutti?” Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime.” E, inoltre, condanna duramente i cacciatori avvisandoli che saranno ripagati con la stessa ferocia.

Però nel Vangelo dell’infanzia Armeno, in disaccordo con quanto dice nel Vangelo Esseno della Pace, Gesù dice a dei compagni di gioco: “Venite, andremo in una località lontana e là daremo caccia agli uccelli, per catturarli.” E ancora. “Gesù stese la mano sull’acqua e vi comparve un gran numero di pesci. Egli ordinò ai bambini di prenderne ed essi presero numerosi pesci che si misero ad arrostire.”

Anche se vi sono delle modeste e comprensibili discordanze i Vangeli apocrifi restano dei documenti che vale sicuramente la pena conoscere perché in essi vi sono messaggi che possono integrare le narrazioni limitate ai vangeli sinottici. E anche se questi ultimi risultano, senza dubbio, più organici e meno fiabeschi forse più di quelli apocrifi hanno subito adattamenti ed interpolazioni nel corso dei secoli.

La scelta dei 4 vangeli sinottici è avvenuta a molta distanza di tempo dalle origini cristiane. In molti casi sorge spontaneo il sospetto che l’interpretazione più genuina fosse proprio quella scartata dove la narrazione è più scarna e schematica essendo mancata a questi la lunga elaborazione che ha arricchito i canonici.

A cura di Franco Libero Manco.
 

 


 

 

 


 

 

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