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L'attesa dei popoli

di Vittorio MESSORI


tratto da: Vittorio MESSORI, Ipotesi su Gesù, Sei, Torino 1979, p. 110-111.

 


 

Gli ebrei aspettavano dunque il loro misterioso Cristo proprio in quegli anni. Ed è constatazione già sorprendente.

Ma sorprende ancor più scoprire che proprio in quel tempo anche gli altri popoli erano in attesa. Abbiamo testimonianze indiscutibili e precise su questa aspettativa universale di «Qualcuno» che doveva venire dalla Giudea.

E' da due dei più grandi storici latini, Tacito e Svetonio, che apprendiamo come i popoli fossero in fermento all'avvicinarsi del secolo che noi ora chiamiamo «primo dopo Cristo».

Tacito, «Historiae»: "I più erano persuasi trovarsi nelle antiche scritture dei sacerdoti che, verso questo tempo, l'Oriente sarebbe salito in potenza. E che dalla Giudea sarebbero venuti i dominatori del mondo".
Svetonio, «Vita di Vespasiano»: "Cresceva per tutto l'Oriente l'antica e costante opinione che fosse scritto nel destino del mondo che dalla Giudea sarebbero venuti, in quel tempo, i dominatori del mondo".

Tutte e due gli storici scrivono tra la fine del primo e l'inizio del secondo secolo quando, nei quartieri popolari delle città del Mediterraneo, già cresceva nell'oscurità il movimento che avrebbe raccolto la successione dell'impero romano. Nella fede venuta dalla Giudea, i cristiani già adoravano colui che sarebbe davvero divenuto il dominatore del mondo occidentale.

È da precisare che né Tacito né Svetonio ebbero coscienza di ciò che avrebbe rappresentato per la storia la predicazione cristiana. Se di questa ebbero notizia diretta (e non è certo) la scambiarono per una delle tante sette che allora proliferavano. Il trionfo del «Re venuto dalla Giudea» era ancora di là da venire. Non riportarono dunque quelle voci di attesa constatando un fatto già evidente.

 


 

 

 


 

 

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