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"RAYS OF THE ROSE+CROSS"

L’ammissione dei nostri errori

Traduzione di Olga Faella

 

Sembra che una delle cose più ostiche, più incombenti per il genere umano, sia quella di ammettere di avere sbagliato. La cosa è particolarmente difficile per coloro che hanno realizzato uno sviluppo spirituale seguendo delle linee più occulte che mistiche e il cui intelletto dominante e tirannico si ribella contro il sospetto di essere in errore. E in effetti il non aver ammesso un errore è stato causa di molti malintesi, acrimonie e conflitti fra persone, gruppi collettivi e nazioni.

In genere l'umana riluttanza ad ammettere i propri falli dipende soprattutto da varie specie di timore: paura del castigo, della responsabilità e di apparire ridicolo. Una persona può essere abbastanza intelligente da riconoscere uno sbaglio fatto e sinceramente desiderare di. confessarlo "liberando" in tal modo il proprio animo. Tuttavia, se è soggetta ad una o più persone, le riesce difficile "confessare" questi timori. Spesso preferisce accettare le conseguenze che derivano dall'aver taciuto, che vanno da un senso di colpevolezza riguardante essa sola, fino al danno che può ricadere su altri., piuttosto che affrontare il castigo, la responsabilità o la derisione.

La paura del castigo é spesso retaggio di esperienze infantili. Il bambino che, viene castigato per aver commesso delle malefatte impara presto a non rivelarle. E' un padre prudente e fortunato colui che rimane sereno davanti alle intemperanze minorili, che non manca di lodare il bimbo perché gli ha detto la verità, che riesce a far sì che Il figlio comprenda gli errori della sua vita discutendoli con lui in un'atmosfera di razionalità e di reciproca fiducia. (fra parentesi è anche un genitore oculato colui che ammette i propri sbagli invece di conservare inalterata la sua aureola di infallibilità che però non riesce ad ingannare i figli !). Naturalmente il castigo consiste nel voler disciplinare i figli recalcitranti, però non deve essere inferto irosamente ma con spirito di amore

E’ come un’esperienza costruttiva e non come l’applicazione di un dolore fisico, mentale o emozionale in sé. Se è comprensibile la paura del castigo da parte di coloro che durante l'infanzia lo hanno subito in modo esagerato, per un adulto è segno di immaturità emozionale.

La paura del castigo naturalmente può importunare anche una persona ritenuta "'positiva" la quale, per errore di concetto o per ignoranza, ha commesso inconsapevolmente una infrazione alla legge o al regolamento. Però "non è una scusa l'ignorare una legge" e sebbene noi, si agisca in una società sovraccarica di norme riguardanti molti settori di attività, dobbiamo imparare ad accettare anche questa situazione come un'esperienza istruttiva. Se talvolta ci troviamo in un simile dilemma creato per trascuratezza, diverremo più cauti in avvenire. E' possibile che se confessiamo apertamente il problema, ci sarà concessa indulgenza e il castigo sarà più mite o forse eliminato del tutto. Anche nel caso che non sia eliminato è assai. meglio per iI nostro progresso ammettere il nostro errore e lasciare che la procella cada sulle nostre spalle. Nulla arriva senza una ragione ed è più agevole subire immediatamente le amare conseguenze di uno sbaglio onoratamente riconosciuto che passarlo sotto silenzio, per dover poi soffrire in modo più intenso. Ogni errore deve essere rettificato; a suo tempo questo avverrà e quindi non dobbiamo pensare che non parlandone più ne elimineremo le conseguenze.

Nel medesimo contesto dobbiamo considerare le conseguenti responsabilità che ci incombono. Se facciamo qualcosa di sbagliato, anche se di lieve entità, se ci rendiamo conto in tempo della cosa,è nostro dovere di sforzarci. di ripristinarla non appena possibile. Siccome non sappiamo mai quanto siano trascendenti anche le nostre più lievi azioni, è nostra responsabilità rettificare al meglio delle nostre possibilità, ogni nostro errore di parola o di azione. Il senso di responsabilità è un'appendice dell’evoluzione; se rifiutiamo di accettarlo non andremo molto avanti nel nostro cammino evolutivo. Naturalmente non è sempre facile far fronte alle nostre responsabilità, particolarmente se esse implicano l'annullamento di qualcosa che abbiamo fatto o il ritrattamento di osservazioni fatte; tuttavia, come in tutti gli sforzi utili se ci ripromettiamo di adempiere le nostre responsabilità ci sarà più agevole farlo per sempre.

Come lo studioso di occultismo sa, non ci saranno dati maggiori compiti e maggiori responsabilità se non adempiamo i nostri obblighi pertinenti al piano fisico. Dobbiamo solo considerare quanti errori di giudizio e di interpretazione avvengono nel mondo materiale nel quale viviamo per renderci probabilmente conto di quanto siano incerti i nostri primi sforzi coscienti nei mondi spirituali a noi poco conosciuti. Anche allora saremo responsabili delle nostre azioni e dovremo accettare le conseguenze dei nostri errori. Come possiamo sperare di vivervi in piena consapevolezza se non sappiamo farlo quaggiù? .

Il timore di apparire ridicoli è forse la causa più frequente che ci inibisce di ammettere di avere sbagliato. .E’ anche vero che non è scusabile che i nostri simili si burlino dei nostri sbagli; gli individui più altamente evoluti che hanno acquisito un illuminato senso di simpatia e di compassione non si beffano di simili cose. Solo coloro che sono ancora rozzi, ignoranti e tronfi si beffano degli errori del prossimo. Se ricorderemo questo saremo capaci di vincere questo dannoso timore del pericolo che si impossessa di noi. Perché inquietarci se qualcuno la cui sensibilità umana non si è ancora abbastanza raffinata, prova piacere nel disprezzarci semplicemente perché abbiamo commesso un errore ? Se fosse sottoposto al medesimo trattamento avrebbe molto da imparare e probabilmente dovrà fare il proprio tirocinio duramente e allora più che il nostro risentimento, merita la nostra compassione.

A questo riguardo pensiamo alla benevola considerazione offertaci da compassionevoli e comprensivi individui. Se nel particolare frangente che ci coinvolge ci imbatteremo in simili individui, può consolarci il pensiero che coloro che ci ingiuriano in realtà stanno danneggiando se stessi. Il loro scherno può pregiudicarci solo se noi lo permettiamo e questo avviene quando ci asteniamo dal confessare i nostri falli perché ne temiamo le conseguenze.

Come sappiamo, l'orgoglio intellettuale è uno dei peccati più diffusi e da molto tempo attribuiti all'umanità dai Fratelli Maggiori. Fino a quando permettiamo all'orgoglio di pervadere ogni nostra azione e di impedirci di riconoscere i nostri errori sotto un presunto senso di "perfezione" ci chiudiamo in una prigione da noi auto creataci. Se ci lasciamo impossessare in modo saliente dall'orgoglio intellettuale, col tempo diverremo incapaci di riconoscere i nostri sbagli.

Se non sappiamo riconoscere i nostri errori non possiamo correggerli; se non possiamo correggerli non potremo crescere animicamente. Gradualmente ci isoliamo dal prossimo,il quale, a giusta ragione, si risente per la nostra "presunzione orgogliosa." Se più presto ci proponiamo di essere franchi e di riconoscere i nostri torti, più in fretta vinceremo il nostro orgoglio intellettuale e ci libereremo di uno dei più ingannevoli difetti ai quali lo studioso di occultismo é esposto.

L'affermazione "ho sbagliato" apertamente espressa, in genere dimostra che colui che la pronuncia possiede un certo grado di onestà, di forza, di umiltà e fiducia in sé. E' onesto e sincero nell'ammetterlo, coraggioso nel proclamarlo,malgrado le conseguenze che ne possono derivare, umile nell' ammettere che deve ancora imparare molte cose e abbastanza fiducioso in se stesso nel riconoscere i propri falli come una lezione che, lungi dall'essere degradante, in realtà si ' dimostra illuminatrice. Da allora diventa più prudente nelle sue azioni e impara qualcosa che non gli sarà facile dimenticare. Se è un Ego progredito non si rattrista né si incollerisce dei propri errori lamentando indubbiamente il danno arrecato agli altri, lieto di aver scoperto il proprio fallo e di imparare suo tramite.

I nostri errori sono spesso i nostri migliori maestri e l'essere capaci di ammetterli senza vergognarsi non é la minore delle lezioni che lo confermano. Mostriamoci grati per le occasioni che ci vengono date di imparare attraverso i nostri sbagli. Non temiamo di ammetterli sinceramente e doverosamente e facciamo tutto quanto è possibile per correggerli. Il cammino verso il progresso consiste in ciò.

 

 

 

 


 

 

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