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"RAYS OF THE ROSE+CROSS"

La sincerità quale fattore occulto nella vita dell’aspirante spirituale

Traduzione di Olga Faella

 

 

"Voglia Iddio che qualche forza ci dia il dono di vedere noi stessi come gli altri ci vedono".  Robert Burn

Come la conoscenza delle cause che producono gli effetti costituisce l’esperienza, così anche la sincerità sul sentiero spirituale ci rende consapevoli del nostro vero stato spirituale.

Affinché si possa essere sinceri con noi stessi occorre sradicare l’abitudine di mentire, se l’abbiamo, perché è ovvio che la bugia denota mancanza di sincerità. Ed è una cosa molto dannosa, perché se stiamo lottando per raggiungere la verità, non potremo ottenerla con mezzi contrari alla sua natura.

La menzogna è un’arma a doppio taglio che apparentemente ci fa star bene nei confronti degli altri, ma che va intessendo attorno a noi una specie di ragnatela di volta in volta sempre più fitta, isolandoci dagli altri, senza contare le contrarietà e i problemi che in questo caso ci attiriamo in quanto non vi è nulla che si propaghi così rapidamente come la cattiva fama.

Max Heindel dice che "Coloro che nella vita precedente vissero secondo un concetto errato delle cose, dilettandosi nel disprezzare la rettitudine e falsare la verità, si trovano oggi spinti, anche nel secondo cielo, a vedere le cose falsate in quanto hanno acquisito l’abitudine di vedere le cose in simile modo. Allora l’archetipo da essi costruito conterrà linee di errori e di falsità e quando il corpo fisico dovrà rinascere, presenterà dei difetti in tutti i suoi organi e nella e nella costituzione di tutto il suo corpo. Però una persona che conduca una vita pura e limpida, cercando di adattarsi e di obbedire alla legge di Dio e lottando onoratamente per la verità e la sincerità, creerà attorno a sé delle firme pensiero di natura analoga e quando arriverà il giorno di creare il suo archetipo nel Secondo Cielo per la sua futura vita, per effetto del suo precedente atteggiamento si allineerà spontaneamente alle forze della rettitudine e della sincerità.

Essere sinceri con noi stessi è riconoscere quello che realmente siamo davanti alla nostra coscienza, cosa che ci rende ricettivi all’aiuto divino. Questo aiuto tuttavia non è quello che noi speriamo sia, ma quanto si addice al nostro livello evolutivo.

Le guerre dei tempi moderni si basano sulla conoscenza della capacità bellica sia della propria nazione sia di quella del nemico; così noi, quali buoni guerrieri contro la nostra natura inferiore, dobbiamo conoscere a fondo le sue strategie ed essere consapevoli della nostra capacità per vincere.

Per effetto della mancanza di sincerità, molti aspiranti spirituali finiscono per venire scartati ed essere messi da parte e, cosa peggiore, siccome stanno vivendo in una situazione di falsità, non si rendono conto di essere caduti in basso perché la loro visione percettiva si è alterata per essersi abituati a vivere nella menzogna. Questi cassi sono molto penosi perché l’individuo praticamente diventa incapace di aiutarsi e di ricevere aiuto, come abbiamo potuto comprovare dall’analisi fatta su una cinquantina di casi.

Invece, quando siamo sinceri con noi stessi, avendo vera consapevolezza di ogni passo che facciamo, possiamo rimediare a tempo qualsiasi sbaglio commesso e correggerlo accuratamente, senza nessun pericolo per la nostra vita spirituale.

L’esercizio della retrospezione è il più indicato per mettere in pratica lo sviluppo della sincerità in noi, perché allora, affrontando le nostre azioni buone e cattive, veniamo a trovarci davanti al tribunale della nostra coscienza.

La sincerità ci consente di sentire con maggiore profondità il danno che abbiamo arrecato agli altri durante il giorno e di rallegrarci impersonalmente per le nostre buone azioni. L’aspirante spirituale che trascura di fare la retrospezione o che la fa di tanto in tanto, si trova nella migliore condizione di cadere nei tranelli che tende la mancanza di sincerità in quanto durante tale esercizio ci convertiamo in regolatori del nostro destino.

Affinché ci si possa pentire dei nostri peccati dobbiamo essere sinceri con noi stessi in quanto questo è il cammino attraverso il quale penetriamo nella registrazione eterica incisa nell’atomo seme che ci siamo proposti di cancellare mediante il dolore del pentimento.

Dove manca la sincerità si sviluppa un amore ipocrita verso gli altri e così la persona non ha raggiunto nessun sviluppo spirituale notevole: il suo erroneo sistema di vita sarà conosciuto da tutti coloro che la circondano perché è un fatto che "a maggior luce, maggiore è l’ombra che proietta". Perciò più elevato è l’individuo più notori diventano i suoi difetti.

In questo senso desideriamo porre l’accento sul fatto che siamo come luci poste sulla cima di una montagna, perché con le nostre azioni influenziamo in bene e in male la vita e il destino di coloro che ci avvicinano e che ci prendono come esempio per la loro vita spirituale. Dobbiamo prendere nota che la nostra meta è l’autodominio, ma per poterci dominare occorre conoscerci e per conoscerci non vi è altro che la sincerità.

Quando allontaniamo da noi la sincerità, cadiamo nella perniciosa pratica di agire, nella maggior parte dei casi guidati dalla voce del nostro io inferiore che s’insinua nelle nostre azioni e ci trasforma in aspiranti ipocriti. L’ipocrisia così in uso nella nostra "vita sociale moderna" è un autentico veleno contro la vita spirituale, come lo attestano le recriminazioni del Cristo agli Scribi e ai Farisei che riassumiamo dal Cap. 23 di San Matteo:

"Quanto a voi Scribi e Farisei, che chiudete agli uomini il regno dei cieli, voi certamente non vi entrate e non lasciate entrare coloro che volevano entrare, Perché percorrete il mare e la terra per fare un proselito e quando egli è fato lo fate figlio della geenna il doppio di voi? Perché voi decimate la menta e l’aneto e il comino e trascurate le cose più gravi della legge e la giustizia, la misericordia e la fede ; guide cieche! Che celate le zanzare e inghiottite il cammello. Che pulite il di fuori della coppa e del piatto mentre dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni bruttura".

Il Cristo chiama poi gli Scribi e i Farisei "razza di vipere" e dice loro:"Come potete sfuggire alla condanna della geenna"?

"Geenna" era il nome di un luogo fuori le mura di Gerusalemme dove veniva gettata l’immondizia. Il Cristo lo usa qui per significare le regioni inferiori del Mondo del Desiderio, ossia il Purgatorio.

Quanta sincerità si manifesta nelle parole di San Paolo nella sua famosa Epistola ai Romani: "Io mi compiaccio nella legge di Dio secondo l’uomo interiore, ma avverto altra legge nelle mie membra che lotta contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo alla legge del peccato che è nelle mie membra".

La sincerità di San Paolo si manifesta nel male come il più implacabile persecutore dei cristiani; era un’anima forte e le anime forti sono preferite da Dio, perché la sincerità e la forza che pongono nel male la pongono pure quando si convertono al bene, perché non possono essere tiepidi.

In cammino verso Damasco, Paolo ricevette una folgorazione così abbagliante che lo accecò; fu portato in una casa di Damasco dove Anania gli impose le mani e a Paolo caddero come delle squame dagli occhi. Queste squame rappresentano le crudeltà passate della vita di Paolo che venivano cancellate col perdono dei peccati, affinché l’Io superiore potesse manifestarsi con maggiore libertà nella sua nuova vita.

Le crudeltà delle vite passate colpiscono sensibilmente gli occhi sotto forma di difetti della vista (come dice, però Max Heindel, la cosa non può essere generalizzata). Gli occhi sono lo specchio dell’anima e nessuna entità che non sia il proprio spirito può dominare questa parte del corpo.

Paolo (un Adepto) può essere definito "il prototipo dell’iniziato rosacroce": raggiunse un perfetto equilibrio tra la sua mente e il suo cuore.

Saulo di Tarso, il vecchio nome mondano, era morto, per dare nascita a Paolo di Damasco, il sincero e più grande divulgatore che la religione cristiana abbia mai avuto.

I fatti sopra citati inducono a renderci conto che la sincerità con noi stessi e con gli altri è un fattore importante per la crescita animica e l’iniziazione.

La sincerità e la costante vigilanza sono il prezzo che paghiamo per la nostra sicurezza personale sul sentiero spirituale.

 

Diomede Equino- Santo Domingo

 

 

 

 

 


 

 
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