logo.gif
   SOMMARIO  |   HOME  |   ASSOCIAZIONE  |   FOGLIETTI  |   SITI AFFINI  

 

"RAYS FROM THE ROSE CROSS"

LA GLORIA DELLO SHEKINAH ED IL DIVINO FEMMINILE

traduzione dall'inglese di Sergio De Ruggiero

 

In quest’articolo considereremo il significato mistico della Gloria dello Shekinah.

 

I credenti ebrei, compresero che l'intelletto e la visione degli uomini, essendo molto limitati, non potevano vedere o conoscere Dio, come essere Supremo o Logos Solare, nella sua più pura energia; in quanto la ragione umana non va più in alto del Mondo del Pensiero Astratto, luogo dove l'ego umano, funziona. Sapevano anche che là, c'é una percezione spirituale o intuizione, tanto lontana, al di là della ragione ordinaria ed al di là dell'ingegnosità; perché questa percezione o conoscenza divina, è il frutto di ciò che i mistici Rosacrociani, chiamano lo spirito di Vita o Cristo Interiore, Saggezza o Gnosi.

Se chiamiamo quest’impressione interiore, intuizione, noi potremo avvicinarci meglio al suo significato oggettivo, sebbene questa sia solo una debole parola per esprimere la sua gloria cosmica.

E’ per mezzo di questo Mediatore, il Cristo Interiore, lo spirito di vita o principio di amore e saggezza, che l'essere umano è capace di comprendere la presenza di Dio, Uno, in una comunione mistica. Spesso il più umile dei mortali ha questo potere, perché è una facoltà innata dello spirito o Divinità nell'uomo, una parte integrale del suo Essere essenziale. Si manifesta come un senso di unità, un senso realmente universale, con cui amiamo il nostro prossimo come noi stessi.

Così, tramite la mediazione del Cristo interiore, attualmente percepiamo, proviamo, la Presenza di Dio, ma questa Presenza è invisibile. È una comunione sull'altare del cuore, dove Cristo, è il Grande Sacerdote dell'ordine di Melchisédech; perché, come dimostrato negli Insegnamenti della Saggezza Occidentale, i messaggi del Cristo interiore, sono ricevuti prima dal cuore e poi, nella nostra mente.

Di conseguenza, il mistico conosce Dio nel suo cuore, prima di poter vedere qualche evidenza di Dio stesso, tramite i suoi occhi fisici o spirituali. Ma il tempo giungerà, in cui le percezioni si risveglieranno e la Presenza di Dio, diverrà visibile. Non come persona, né come oggetto o cosa, ma come Luce: Dio è Luce! Non importa dove o quando la Luce apparirà, nel cuore del mistico questa Presenza è già attuale. Luce radiosa, trascende la gloria della Divinità ed in questa Luce, l'universo spirituale, la rosa mistica, diventa visibile alla sua visione incantatrice.

Il mistico, in adorazione sull'altare del suo cuore, realizza la sua unità con l'universo spirituale e può comunicare, con tutti i suoi gloriosi abitanti.

La Cosmogonia insegna, che prima della venuta del Cristo, il Suo potere spirituale venne a noi per mezzo della Luna o canale Jéhovistico. Vale a dire, venne indirettamente a noi, per riflesso, dall'esterno, tramite la via della coscienza di Geova, per formare l'esperienza comune e collettiva, della coscienza di razza. L'iniziazione sotto il Dio Jéhovah, non era individuale ma razziale. Fu compiuta attraverso l'unione dell'iniziato con lo spirito della tribù, che nel caso degli israeliti, era l'arcangelo Michaël. Lo stesso avveniva nel Periodo dell’iniziazione Mosaica o durante i Misteri Solari, l’iniziazione era ricevuta ancora tramite la via del potere mediatore della Luna. Così lo Zohar, stabilisce che Mosé diventò la Luce della Luna a causa di quest’unione con lo Shekinah.

La Gloria dello Shekinah era la Presenza visibile di Dio, considerata come femminile nel Giudaismo esoterico, ma non in quello essoterico; tanto che Mosé diceva di essere stato sposato alla Shekinah. Nella teologia fenicia, la divinità era chiamata spesso la Faccia o manifestazione del dio e gli ebrei, parlano esattamente dello Shekinah nello stesso senso. Questo termine astratto, tende a soppiantare tutti i sostantivi più vecchi ed antropomorfici, dati allo Spirito Santo.  

Un documento apocrifo, cita Gesù di Nazareth che si riferisce al Santo Spirito come "Mia Madre" ed i Manichei, chiamavano la Madre del Cristo" la vergine di Luce".

Questa Gloria dello Shekinah, questa Luce che segnala la Presenza di Dio e nella quale l'universo vivente è rivelato, è sempre femminile per l’antico credente.

È l'Euridice dell'Orfismo. È la regina dell'oceano di Luce di Enoch. È l'egiziana Isis. È l’Ishtar delle Stelle, la Compagna, la Luce con la quale l'inconoscibile si è sposato all'alba della creazione e, dalla gioia di quest’unione, l'universo spirituale è nato, vive e brilla come un Santo Bambino.

Dio è lo Shekinah ed ogni cosa inclusa, sono 'uno' ed indissolubile.

"Guarda, Oh Israele, il Signore il nostro Dio è Uno".

Così l'universo, fatto secondo la Sua immagine, la Sua somiglianza, è Uno, in una "Unità spirituale".

Sotto la vecchia dispensazione Ebraica, la Luce della Presenza era manifestata nella sua, propria, particolare via, per illuminare gli israeliti. Questa via, adattata ai bisogni evoluzionistici degli ebrei, passava attraverso la mediazione terrestre del Gran Sacerdote, una volta l’anno, nella camera segreta del Santo dei Santi, dove Dio, rivelava la Sua presenza per mezzo della Luce, al disopra della Sede di Misericordia. "E la Gloria (Shekinah) brillava intorno". In questa Luce rivelata, si celava l'angelo del Signore che trasmetteva gli Insegnamenti.

Questa relazione della Gloria dello Shekinah con Michaël e con quegli ospiti angelici, che generalmente erano percepiti dai mistici ebrei, è mostrata nella Rivelazione apocrifa di Esdra, dove leggiamo: "Venne il mio trentesimo anno... Ero nella mia casa. Ed io gridavo e dicevo a voce alta: " Signore donami la gloria di poter vedere i tuoi misteri!' E quando fece notte, venne un angelo, Michaël, l'arcangelo".

La camera interna o Santo dei Santi, era realmente un luogo buio ai sensi fisici, ma il grande Sacerdote, l’unico ad avere accesso alla Gloria dello Shekinah, nel suo cuore possedeva la luce dell’iniziazione, era questa luce interiore, che brillava davanti a lui, che una volta sollevata la tenda posta davanti al Santo Luogo, gli illuminava la via. Questa tenda sacra, secondo l’antica tradizione, era, al tempo del Cristo, una tenda babilonese, tessuta con rose d’oro puro.

Sappiamo che l'equinozio primaverile (Pasqua) precede la costellazione del Toro, il culto del Toro-Afrodite, che include al tempo stesso la Luna e Venere, tra gli antichi ebrei fu soppiantato, gradualmente, dal culto Solare dell’Ariete. Questo vuol dire, semplicemente, che il Principio Femminile fu adorato segretamente, nei riti esoterici, mentre il Principio Maschile, giocava un ruolo dominante nei riti essoterici. Una volta all’anno, il Gran Sacerdote entrava nel santo dei santi, nel Giorno dell'Espiazione, quando il Sole era vicino all'equinozio autunnale, che in quell’epoca, aveva luogo nella costellazione della Bilancia, il Segno del Giudizio.

La Bibbia non dice nulla ha proposito della celebrazione del solstizio d’inverno. Fu un puro caso l’istituzione della Festa delle Luci, istituita nel secondo secolo a.C. per celebrare la restaurazione del culto di Geova nel Tempio di Gerusalemme. In questa festa, i devoti ebrei ponevano dei candelieri accesi alle finestre delle loro case, per celebrare il ritorno della vera Luce al santuario. Abbastanza curiosamente, tutto questo prese posto il 25 dicembre! Come possiamo dubitare, che una comprensione esoterica, è alla base di questa Festa e che Israele, da qualche parte, abbia la sua controparte negli insegnamenti segreti.

È generalmente noto tra i mistici, che la Luce simboleggia la comprensione e dunque la Saggezza. Come ogni autentica rivelazione mistica, questa ha il suo fondamento nelle manifestazioni del mondo dell'anima, che sono governate nel loro percorso, dalla Legge metafisica del Logos Spermatico (Ragione Generativa) dello Stoico. Molti mistici hanno visto il Sole interiore, il Sole dell'anima, che è un'emanazione del Cristo Solare nei mondi spirituali. Molti hanno visto la Luce nella quale il mondo dell'anima giace continuamente. Molti hanno sperimentato questa Luce. Ma molti comprendono poco, che questa Luce, che per i sensi dell'anima è così tangibile, ha un reale significato e questo, è percepito dall'intelligenza. Una mancanza di intelligenza spirituale è sperimentata dall'anima come oscurità e questo è il perché, nell’Ade del mondo pagano, regione buia e tetra, le ombre erravano nel pallore e nel silenzio, quando non erano sottoposte al supplizio.

Ma se lo spirito può vedere ed al tempo stesso provare, può anche sentire e là c'è un "suono" che richiama l’attenzione dell'orecchio interiore, come il dolce carillon di una campana. Ora è interessante sapere, che nella tradizione Ebraica, la Gloria dello Shekinah era accompagnata frequentemente, dal suono melodioso del rintocco di campane; ciò ci rivela il significato profondo e simbolico, delle dodici campane che ornavano l'orlo dell'abito del Gran Sacerdote e che davano la loro delicata musica, quando entrava nel Santo dei Santi.

È un fatto curioso, che questi gioielli, abbiano oltre ad una seduzione magica anche una loro somiglianza a certi aspetti del mondo dello spirito; parlano, nel vero senso della parola, direttamente allo spirito. Così il cristallo, una volta colpito, emette il suono di una piccola campana e la purezza del suono è determinato dalla purezza del cristallo. Di conseguenza, nella "lingua nuova" del misticismo, il cristallo è la pietra della purezza e della castità femminile ed il suo "suono di campana", esprime un’estrema dolcezza, che è il tocco dello spirito Divino Femminile.

Per questa ragione Elsa, la Domestica pura della storia del Graal, quando fu nello sconforto, suonò una piccola campana, che fu sentita all'interno del Castello del Graal e sentendo il suono di questa campana, lo spirito Eroe, venne in suo soccorso.

Anche se l'ego è incarnato in un corpo femminile o maschile, il cristallo è sempre il simbolo di questa lucentezza di spirito, nel qual è rivelato alla visione interiore, l'universo spirituale. Perché Dio è il Grande Cristallo, che riflette in sé stesso, l'immagine dall'universo spirituale; e noi, creati a Sua somiglianza, in quanto spiriti Vergini, siamo una moltitudine di microcristalli viventi. Guardando all’interno dei nostri piccoli cristalli trasparenti, potremo vedere solo un'infima riflessione dello stesso universo spirituale, il Macrocosmo, l'uomo Divino, il Cristo.

Possiamo aggiungere che sentire il suono della campana, è proprio una comune esperienza mistica. Per esempio, i teosofi parlano di "campane astrali" ed in senso eterico, il cuore può essere sentito suonare come una campana di chiesa, nel suo corpo più chiuso. Un celebre mistico irlandese, ha descritto un'esperienza personale nella quale il Fuoco Serpentino, si precipitava, risalendo il suo corpo, accompagnato da un suono di cembali; un altro aspetto del fenomeno della campana.

Ora, quando il Maestro Gesù, scese nel Giordano per essere Battezzato, c'è stato narrato da uno degli Apocrifi, che era cinto di fuoco. Quando si alzò il fuoco, la Gloria di Dio scese su Lui e dall'interno di quella nube di Gloria, vennero proferite queste parole: "Questo è il mio Figlio prediletto, che amo ed a cui ho dato tutto il mio affetto".

Oramai non più Maria, ma lo Shekinah è la Madre del Cristo: "Lo spirito Santo, mia Madre".

Clemente d’Alessandria scriveva: " In quanto Battezzati, siamo illuminati, illuminati siamo fatti figlio; fatti figlio, siamo resi perfetti". "Io, -diceva- vi dico che voi tutti siete Dei e come tali, figli della più Grande Luce". "Quest’Opera ha molti nomi; è chiamata regalo (grazia), illuminazione, perfezione, battesimo... la volontà Rifinita dà ciò che è rifinito".

Nel Vecchio Testamento, quanto nei differenti documenti, apocrifi, troviamo descritta la Saggezza (Quella Che illumina), espressa al femminile. La Gnosi e la Saggezza degli Gnostici. Nel 4° capitolo dei Proverbi, leggiamo: "La saggezza è la cosa principale. Esaltala e lei t’innalzerà; farà la tua gloria se lo baci. Metterà sulla tua testa un ornamento di grazia: ti darà una corona di gloria".

 Una corona di gloria? Sì, perché lei è anche Gloria: la Luce.

Gli studenti esoterici si chiedono spesso il perché, nelle Scritture Ebraiche, non è fatto menzione del Divino Femminile, poiché è manifesto che un Creatore non può essere unicamente maschile. Qui abbiamo la risposta: gli ebrei riconoscevano il principio Femminile sotto il nome di Saggezza. La saggezza è la Consolatrice, che insegna ogni cosa ai Suoi Discepoli. Questa verità fu dimenticata dalla Chiesa ortodossa e la Consolatrice, reale concetto femminile, fu considerata maschile.

E’ interessante notare che recenti scoperte archeologiche in Palestina, comprendono almeno un'iscrizione nella quale il nome della dea Anath è accoppiato con quello di Yavhé (Geova). Lo stesso nome appare in alcuni documenti fenici ed i fenici ellenici, identificavano Anath con la dea greca della saggezza, Atena, colei che sorse, piena di poteri, dalla fronte di Zeus; vale a dire, proiettata al di fuori dello spirito del Dio. Così nell'Israele preistorico, la saggezza è Anath, la sposa di Yavhé. Gli Gnostici identificarono Yavhé a Zeus, Padre dei Dei greci e "Padre Nostro che è nei cieli" di tutto il popolo ellenico. Atena, come lo sappiamo, era una Dea Vergine.

A dispetto di tutto questo, la strana credenza in un Dio senza un Principio femminile, persiste, con una stupefacente tenacia, tra i fedeli ortodossi. Nel Paradiso Perduto, Milton fa esclamare a Adamo, in rimprovero ad Eva: "Eravamo come gli angeli, senza una donna!"

Il misticismo ebraico, non riconosceva gli angeli in esseri maschili o femminili, a loro è sempre sembrato che gli ospiti angelici non fossero degli esseri sessuati, nel senso umano del termine, ma che esprimessero dei poteri maschili e femminili, in uno solo essere.

Il beato Angelico, insegue quest’ultima tradizione nella sua pittura, sebbene nella sua perspicacia, dipinga i suoi angeli con tratti maschili, in quanto esprimono la volontà di Dio che è come un raggio dello spirito, intorno al quale gira la coscienza intera. 

Solo uno studente in letteratura antica, può precisare, che i mistici ebrei, in comunione con il resto del mondo arcaico, riconoscevano un Femminile Cosmico. Gli studenti interessati da questa verifica, per loro stessi, leggeranno accuratamente la saggia letteratura nella Bibbia ed anche i lavori apocrifi, come l'Ecclesiastico o il Libro della Saggezza di Gesù.

Questo Gesù che ricevè l'iniziazione egiziana, è confuso spesso dagli studenti occulti con Gesù di Nazareth (vedere Cosmogonia, p. 379). Quest’uomo era un ebreo di Alessandria che visse circa cento anni prima del Cristo. L’enciclopedia Britannica, dice che visse in Egitto nell'anno 132, prima di Gesù Cristo. Il suo libro pretende di essere una traduzione del lavoro del suo grande padre ebreo, scritto in Palestina.

Il nome del suo grande padre era Gesù. La bellezza ed il potere del concetto di Gesù di Alessandria sull'eterno Femminile, sono al di là della descrizione, ma possiamo entrare in questo concetto in spirito e verità, se ne siamo veramente coscienti.

In tutti gli scritti di saggezza del canone ortodosso, il più bello ed il più stimolante per il pensiero, è il Cantico dei Cantici. È il canto d’amore del mistico, che aspira all’unione con il Femminile Celeste. Gli eruditi, riconoscono che questo Canto non può essere l'opera dello storico Re Salomone, n’è che l'eroe è il personaggio centrale, perché è Israele, per eccellenza, l'innamorato della saggezza.

Nel concilio di Jamnia, 100 anni d.C. questo grande Canto fu quasi escluso dal canone ebraico, ma grazie all'eloquenza appassionata del mistico Rabbi Akiba, gli fu accordato il posto che ora occupa nel vecchio Testamento. Gli diede certamente un'interpretazione puramente nazionalista, come canto dell'amore di Dio per il suo popolo prediletto. L'esoterista vede in questo canto di amore, il matrimonio mistico dello spirito umano con il Dio interiore, l'unione dell'Io inferiore con l'Io superiore, il piccolo col grande Io, la trasmutazione dell’essere umano in angelo, la scoperta dell'uomo o della Donna dell’angelo interiore, come Max Heindel lo descrive, nella sua conversazione sul Tanhaüser nei Misteri delle Grandi Opere.

Rays Marzo / Aprile 99                                  

 

 Anne BARKHURST


|   SOMMARIO  |   HOME  |   ASSOCIAZIONE  |   FOGLIETTI  |   SITI AFFINI  |  

A.C.R.O. - Gruppo di Studi Rosacrociani di Roma - 
Centro Autorizzato della Rosicrucian Fellowship
Centro promotore della Comunità Rosa+Croce Internazionale
.