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LA SCIENZA DELLA MORTETratto da "Il cristianesimo dei Rosacroce", di Max HeindelFra tutte le incertezze che caratterizzano il nostro mondo terreno, vi � una sola sicurezza: la Morte. Alla fine, dopo una vita lunga o breve, la fase materiale della nostra esistenza viene a termine e questo compimento, non � che una nuova nascita, giacch� quello che noi chiamiamo "nascita" �, secondo le belle parole di Wordsworth, l�oblio di un passato.
La nascita e la morte possono perci� essere considerate come il cambiamento d�attivit� dell�uomo, da un mondo ad un altro, e dipende dalla nostra stessa posizione il chiamare questo cambiamento nascita o morte. Se l�uomo entra nel mondo che noi viviamo, noi affermiamo che nasce; se lascia il nostro piano d�esistenza per l�altro mondo, allora diciamo che muore. Ma per l�individuo stesso il passaggio da un mondo ad un altro � come per noi il trasloco da una citt� ad un'altra. Egli vive immutato; ma le proprie circostanze esteriori e la sua condizione sono cambiate. Il passaggio da un mondo ad un altro � spesso accompagnato da una maggiore o minore incoscienza, come avviene durante il sonno, come dice Wordsworth; e per questa ragione, la nostra coscienza pu� fissarsi sul mondo che abbiamo lasciato. L�infanzia percepisce il mondo invisibile circostante: appena nati, infatti, i bambini sono tutti chiaroveggenti, per un periodo pi� o meno lungo, e coloro che passano nell�aldil�, alla morte, scorgono ancora per qualche tempo il mondo materiale. Se moriamo nel vigore e nella pienezza della vita, con forti legami di famiglia, d�amicizia o d�altri interessi, il mondo continua ad attrarre la nostra attenzione per un periodo pi� lungo, che se la morte ci avesse colpito in et� pi� matura, quando i vincoli terreni sono gi� logorati. E ci� per lo stesso principio con cui il seme, si attacca alla polpa del frutto acerbo, mentre si stacca facilmente e interamente dal frutto maturo. In conseguenza di ci�, � pi� facile e meno doloroso morire nell�et� avanzata che nella giovinezza. L�incoscienza, che abitualmente accompagna lo spirito che arriva alla nascita e quello che parte alla morte, � dovuta alla nostra incapacit� di immediato adattamento, simile alla difficolt� che incontriamo quando passiamo da una stanza oscura alla Luce della strada o viceversa. In tal condizioni occorre del tempo, prima di poter distinguere gli oggetti intorno a noi; cos� avviene al nascituro e al morituro: entrambi, a poco a poco devono abituarsi al loro nuovo ambiente ed alle loro nuove condizioni di vita. Quando giunge il momento che segna il termine della vita nel mondo fisico, l�utilit� del corpo denso � terminata, e l�Ego si ritrae da lui attraverso la testa, portando con se la mente ed il corpo del desiderio, come fa ogni notte durante il sonno; adesso il corpo vitale � inutile, cos� che anch�esso � abbandonato e quando si spezza il cordone argenteo che unisce i veicoli superiori a quelli inferiori, il distacco e definitivo e irreparabile. Ricordiamo che il corpo vitale � composto d�etere, che si sovrappone al corpo fisico, nelle piante, negli animali e nell�uomo, durante la vita fisica. L�etere � una sostanza fisica perci� e dotata di peso. La sola ragione, per cui gli scienziati non possono pesarlo, e che essi non riescono a raccoglierne una certa quantit� e a metterla sulla bilancia. Ma quando alla morte, esso abbandona il corpo denso, avviene sempre, una diminuzione di peso, il che dimostra che qualcosa avente peso, e no invisibile, lascia il corpo denso in quel momento. Nel 1906 il Dr. Mac Dougall di Boston, pes� un certo numero di persone morenti, mettendo i loro letti su delle bilance che egli poteva manovrare. Fu notato che la piattaforma recante, i pesi, scendeva rapidamente al momento in cui era esalato l�ultimo respiro. In tutta l�Unione si sparse la notizia che l�anima era stata pesata, cosa impossibile questa, perch� l�anima non � soggetta a leggi fisiche. Pi� tardi il prof. Twining di Los Angeles, pretese di pesare l�anima di un topo, ma ci� che lo scienziato giunse realmente a pesare fu il corpo vitale che abbandonava il corpo denso al momento della morte. Bisogna dire una parola riguardo al trattamento da usarsi verso i morenti, i quali soffrono spesso un�indicibile agonia per la malintesa gentilezza degli amici. La somministrazione di stimolanti ai moribondi causa terribili sofferenze; non � doloroso abbandonare il proprio corpo, ma gli stimolanti hanno l�effetto di far rientrare l�Ego partente entro il suo veicolo, con la forza di una catapulta, facendo provare di nuovo le sofferenze dalle quali era sul punto di liberarsi. Anime di trapassati si sono spesso lamentate con gli investigatori, ed una di queste afferm�, di non avere sofferto tanto, quanto soffr� durante le molte ore in cui le fu impedito di morire. Il solo modo razionale � quello di lasciare che la natura abbia il suo corso, quando si � certi che la fine � inevitabile. Un�altra e pi� grave colpa contro lo spirito partente � quella di abbandonarsi ad un pianto dirotto e a lamentarsi nella camera ardente o anche vicino ad essa. Immediatamente dopo la sua liberazione, e per un periodo che va da alcune ore a diversi giorni, l�Ego � impegnato in una questione di massima importanza; una gran parte del valore della vita appena trascorsa, dipende dall�attenzione che su di lei concentra lo spirito partente. Se egli � distratto dai singhiozzi e dai lamenti dei propri cari, perder� molto, come vedremo, ma se � rafforzato dalla preghiera e aiutato dal silenzio, molto dolore potr� essere risparmiato a tutti gli interessati. Non siamo mai stati, tanto custodi del nostro fratello, come quando egli sta per attraversare questo Getsemani, ed � questa, una delle migliori occasioni per servirlo e per preparare a noi stessi un tesoro celeste. Abbiamo studiato il fenomeno della nascita e possiamo perci� usare, in occasione di tal evento, accorgimenti speciali. Abbiamo, infatti, ostetrici provetti ed infermieri addestrati per assistere nel miglior modo possibile, tanto la madre che il bambino, ma dobbiamo molto dolorosamente constatare, che non possediamo per nulla una scienza della morte. Quando un bambino sta per entrare nel mondo, noi ci affaccendiamo con intelligente zelo; quando un amico di tutta la vita � sul punto di lasciarci, noi restiamo impotenti, ignoranti di come aiutare e, peggio ancora, con la nostra incapacit�, causiamo sofferenze invece di dare aiuto. La scienza fisica sa che qualunque sia la forza che muove il cuore, essa non viene dal fuori, ma risiede nel cuore stesso. Lo scienziato occulto vede una camera nel ventricolo sinistro, vicino all�apice, dove un piccolo atomo, ruota in un mare, del pi� elevato Etere. La forza di quell�atomo, come le energie in tutti gli atomi, � la vita indifferenziata di Dio. Senza quella forza il minerale non potrebbe formare la materia in cristalli e i regni vegetale, animale ed umano, sarebbero incapaci di formare i loro corpi. Pi� profondamente guardiamo, e pi� chiaro ci appare quanto � fondamentalmente vero che in Dio viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra esistenza. Quell�atomo � chiamato "Atomo-Seme". La forza in lui contenuta, muove il cuore e mantiene in vita l�intero organismo. Tutti gli altri atomi dell�intero corpo, devono vibrare in armonia con questo. Le forze di quell�atomo-seme furono immanenti in ogni corpo denso che fu posseduto dal particolare Ego a cui esso � unito, e sopra la sua tavoletta plastica, sono incise tutte le esperienze di quel particolare Ego durante tutte le sue vite. Quando torniamo a Dio, quando saremo di nuovo uno in Dio, quel ricordo, che � particolarmente ricordo di Dio, rimarr� sempre, e cos� noi manterremo la nostra individualit�. Noi trasmutiamo, come sar� scritto, le nostre esperienze in facolt�, il male � tramutato in bene ed il bene, lo riteniamo come capacit� di bene sempre maggiore, ma il ricordo delle esperienze � di Dio e in Dio, nel senso pi� intimo, dell�espressione. Il "cordone d�argento", che unisce i veicoli superiori a quelli inferiori, termina nell�atomo-seme del cuore. Quando la vita materiale giunge al suo termine, le forze dell�atomo-seme si ritirano, passano al di fuori, lungo il nervo pneumogastrico, dietro la testa e lungo la corda d�argento, insieme ai veicoli superiori. Questa rottura nel cuore segna la morte fisica, ma il cordone d�argento non si spezza subito, in qualche caso, ci� pu� avvenire, non prima d�alcuni giorni. Il corpo vitale � il veicolo della percezione sensoria. Siccome questo, rimane nel corpo sensibile e la corda eterica lo unisce al corpo denso abbandonato, � evidente che fino a che tale corda non � spezzata, deve esserci un certo grado di sensibilit� nell�Ego, allorch�, il suo corpo denso � molestato. Perci� esso prova dolore, quando il sangue � estratto e vi s�inocula il fluido per imbalsamarlo, quando il corpo � aperto per un esame post-mortem e quando il corpo � cremato. Allo scrivente fu narrato un caso di un chirurgo, che asport� tre dita dal piede di una persona addormentata con anestetici. Egli gett� le tre dita amputate in una stufa accesa e immediatamente, il paziente cominci� a strillare, perch� la rapida disintegrazione delle dita materiali, causava un�eguale rapida disintegrazione delle dita eteriche che erano collegate ai veicoli superiori. Nello stesso modo, qualsiasi molestia � risentita dallo spirito disincarnato, per un periodo che va da alcune ore a tre giorni e mezzo dopo la morte. Da allora qualsiasi connessione � spezzata, ed il corpo inizia a decomporsi. Si deve perci� avere cura di non causare disagio allo spirito partente con simili misure. Se le leggi od altre circostanze, impediscono di tenere tranquillamente il cadavere per alcuni giorni nella stanza dove la morte ha avuto luogo, esso pu� essere interrato per quello spazio di tempo e poi trattato nel modo voluto. La quiete e la preghiera sono d�enorme vantaggio durante quel breve tempo, e se noi amiamo saggiamente lo spirito dipartito, potremo guadagnarci la sua gratitudine seguendo le indicazioni che abbiamo fornito.
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A.C.R.O. - Gruppo di Studi Rosacrociani di Roma -
Centro Autorizzato della Rosicrucian Fellowship Oceanside, California. |