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ROSACROCE OGGI per i BAMBINI

Bimbi in prima linea in 21 guerre


25mila sono stati usati nei recenti conflitti soprattutto in Africa. Colpevoli anche sessanta governi occidentali.


01-12-2004 - Fonte: Avvenire,
gentilmente concesso, da:
http://www.promiseland.it/


 

Dal 1996 ad oggi sono stati fatti pochi progressi nella lotta contro l'uso di bambini-soldato. Nonostante gli appelli del Papa, quelli della comunità internazionale; nonostante pressanti campagne di sensibilizzazione dell’associazione per i diritti umani, le cifre sul reclutamento non hanno fatto registrare sensibili cambiamenti. Una brutta notizia, ma insieme uno stimolo, per continuare a combattere questo crimine odioso.

Va in questo senso il Rapporto globale 2004 presentato ieri a Londra dalla Coalizione "Stop all'uso dei bambini soldato". Un resoconto completo che, seppur basato su stime approssimative (il fenomeno è dilagante e solo parzialmente valutabile, viste le molte variabili legate alla tipologia di reclutamento, all'impiego effettivo dei piccoli eccetera), certifica l'emergenza. Restano circa 300mila i minori attualmente impegnati in conflitti del mondo.

Bambini e bambine mandati a combattere perché più "facili" da reclutare, da indottrinare, da "spedire" a morire. Sono anche più "adatti" alle nuove armi leggere: oggi un piccolo di 10 anni è in grado di usare un Ak-47 come un adulto. La lunghezza dei conflitti moderni (spesso 10-15 anni) ne fa poi "materiale umano di ricambio" indispensabile per eserciti decimati. E sono anche un ottimo strumento di vendetta, nella logica criminale di chi li arruola, per punire il nemico: i genitori, la comunità. Il Rapporto esamina le tendenze e gli sviluppi a partire dal 2001 in 196 Paesi. Le rilevazioni più significative riguardano l'Afghanistan, l'Angola e la Sierra Leone: la fine della guerra, negli anni recenti, in questi tre Stati, ha portato alla smobilitazione di 40mila bambini. Un buon dato, non fosse che altri 25mila sono stati coinvolti nelle guerre in Costa d'Avorio e Sudan (l'Africa resta l'area più colpita dal fenomeno). I veri colpevoli, secondo la Coalizione, restano i gruppi armati: sia i paramilitari filo-governativi che le forze di opposizione. Dal 2001 decine di grup pi hanno impiegato i bambini-soldato in almeno 21 conflitti. Differenti, però gli "utilizzi" che le diverse formazioni fanno di questi piccoli. Ci sono bambini-soldato che vengono rapiti alle famiglie e mandati in prima linea. Succede in Sudan, per esempio, o in Congo, in Colombia. Bambini delle Farc (le Forze armate rivoluzionarie di Colombia) sono stati anche deferiti ai Consigli di guerra per infrazioni disciplinari e in alcuni casi sono stati uccisi da loro coetanei. Nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo, gruppi armati hanno compiuto stupri e abusi particolarmente feroci contro i piccoli. Ci sono poi bambini che vengono addestrati in accademie militari legittimate, o arruolati legalmente, anche se non spediti in campo a combattere. La Coalizione denuncia 60 governi, tra cui quelli di Regno Unito, Australia, Austria, Germania, Olanda, che continuano su questa strada. Recentemente, il presidente Putin ha reintrodotto in Russia scuole militari in disuso da tempo.

Ci sono infine bambini che vengono addestrati alla guerra e che partecipano "legalmente" a operazioni militari perché così è stabilito dalle legislazioni dei loro Paesi. Gli Usa in particolare, si legge nel rapporto, recluterebbero ogni anno circa 10mila ragazzi di 17 anni che entrano a far parte delle forze armate a pieno titolo. Tra il 2003 e il 2004, 53 di questi sono stati inviati in Iraq, cinque in Afghanistan e due in Kuwait. La Coalizione chiede ai governi di bandire ogni forma di reclutamento di persone al di sotto di 18 anni e di dare piena attuazione al trattato delle Nazioni Unite sui bambini soldato. Testo di Barbara Uglietti

Tratto da: Avvenire on line

 

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