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Nel lontano 1910, il
medico londinese dr. Thomas Kilner (affiliato al St. Thomas' Hospital di
Londra), aveva creato uno schermo speciale con cui riusciva a vedere una certa
luminescenza (fino a tre diversi anelli di varia grandezza e colore), intorno ai
suoi pazienti, nudi, in piedi, davanti ad uno sfondo scuro.
Lo schermo era composto
da due vetri incorniciati tra cui si trovava una soluzione di alcool e dicianina,
detta "spectauranina". Kilner ideò parecchi schermi con varie
soluzioni di alcool per osservare i diversi livelli dell'aura. Nel 1911 Kilner
pubblicò le sue dettagliate ricerche nel libro L'atmosfera umana.
Due ricercatori
sovietici, i coniugi Semjon e Valentina Kirlian, hanno osservato che sulla
superficie esterna di oggetti fotografati in un campo di alta frequenza
apparivano particolari effetti di luce colorata. Una foglia o un dito umano,
appaiono in queste fotografie
circondati da una fitta corona di raggi, una specie di aura ed all'interno di
questo fascio luminoso, brilla un fuoco di protuberanze colorate.
Con duro e lungo lavoro,
la coppia è riuscita a creare un'apparecchiatura fotografica assai sensibile,
che utilizza una frequenza da 70 Khz a più Mhz. Queste fotografie ad alta
frequenza probabilmente ci forniranno la chiave per poter spiegare i meridiani
dell'agopuntura ed i relativi punti terapeutici, come parti di una rete
energetica ancora sconosciuta alla nostra medicina.
Osservando le fotografie
fatte con la camera Kirlian i sovietici parlano di un corpo di bioplasma, che
compenetra il corpo fisico sporgendo all'esterno per alcuni centimetri. Essi
sostengono che il corpo di bioplasma è composto di particelle ionizzate,
visibili con l'aiuto di un microscopio accoppiato al procedimento Kirlian.
Questo corpo è visibile anche negli esseri viventi più piccoli (...).
I tecnici occidentali,
leggendo le prime relazioni sul lavoro dei sovietici, hanno commentato dicendo
che "si trattava di giochetti fatti da qualche ignorante con una bobina di
Tesla"; e non si sono fatti impressionare neanche dal fatto che i fenomeni
luminosi osservati, mutassero con un repentino alternarsi dello stato d'animo
dei soggetti in esame. Tali fenomeni, dissero, potrebbero benissimo manifestarsi
anche con un mutamento della resistenza cutanea.
Soltanto una cosa non era
chiara: i sovietici avevano presentato ai loro colleghi fotografie Kirlian di
foglie, da cui era stato tagliato un piccolo segmento, ma che apparivano intere
(soltanto più bianche). Era impossibile che tale fenomeno si manifestasse per
puro effetto di ionizzazione. La figura faceva pensare, invero, ad un
"corpo fantasma", identico alla forma esterna della foglia, capace di
sopravvivere anche dopo l'amputazione di un frammento; il che sarebbe di enorme
importanza da un punto di vista biologico e parafisico.
Quello che Kirlian ha
scoperto e che i Russi hanno definito "bioplasma", è da secoli
conosciuto dalla Tradizione Indù come "doppio
eterico".
Questa tradizione ci
informa che il corpo fisico può esistere soltanto perché gli atomi e le
molecole che lo compongono sono tenute insieme da una specie di stampo
energetico, chiamato "doppio eterico"
o "corpo vitale" in quanto è la
sua esatta replica, fatto di una materia assai sottile e pertanto invisibile.
Il doppio eterico non
solo compenetra il corpo fisico ma si spinge, oltre i suoi confini per alcuni
centimetri. E' in rapporto con il corpo fisico così come lo stampo lo è per la
torta; la nostra forma è infatti determinata da quella del doppio eterico. Se
amputiamo un organo la sua controparte eterica rimane con noi ancora per un
certo tempo. Ciò spiega perché alcuni invalidi accusano dolori agli arti che
ormai non possiedono più.
Tutte le forme viventi
possiedono il doppio eterico. I suoi compiti principali consistono
nell'assorbire il prana (energia vitale proveniente dal sole), nell'elaborarlo,
e nella sua distribuzione a tutte le parti dell'organismo.
Cleve Backster è
considerato il maggiore esperto americano nel campo dei poligrai (macchina della
verità); strumenti che misurano le alterazioni della pressione sanguigna, dei
battiti del polso, la frequenza del respiro e le caratteristiche cutanee
elettriche. Da tempo si sa che gli stimoli emozionali si riflettono sulla cute;
si parla a questo proposito di "riflesso psico-galvanico".
Un giorno Backster, dopo
aver bagnato una pianta di filodendro, gli venne in mente di vedere se fosse
possibile determinare con il poligrafo l'aumento di umidità nella pianta.
Collegò il poligrafo alle foglie della pianta ed osservando le reazioni dello
strumento, ebbe l'impressione che essa reagisse in qualche modo alle emozioni
che lui stava sperimentando.
Incuriosito, decise di
vedere come il filodendro avrebbe reagito se fosse stato messo in una situazione
di pericolo. Riporta nella sua sua relazione: " ... cercai allora di fare qualcosa per minacciare la pianta. Immersi una
delle sue foglie in un tazza di caffè: non avvenne niente. Tentai con la
musica: nessuna reazione. Infine pensai: proverò a bruciarla. Fu soltanto un
pensiero, ma il
pennino del poligrafo schizzò verso l'alto. Presi un paio di fiammiferi accesi
e mi avvicinai due volte alla pianta; entrambe le volte il poligrafo denunciò
che la pianta era in preda a grande agitazione".
Dopo molti esperimenti in
Backster e nei suoi collaboratori si creò la convinzione che le piante hanno
una specie di percezione extra-sensoriale (da lui definita "percezione primaria"), così
profonda da coinvolgerne i tessuti e persino le cellule.
Un esperimento alquanto
drammatico fu l"assassinio di una pianta", ad opera di una persona
scelta a sorte fra sei soggetti. Il soggetto fu lasciato solo con due piante
similari, una di queste doveva essere distrutta completamente.
Compiuto lo scempio
furono introdotte nella stanza le sei persone, una dopo l'altra; tra esse si
trovava l'"assassino". In presenza di cinque di loro la pianta
"testimone" rimase completamente indifferente, ma quando arrivò
l'"assassino" mostrò una reazione notevole, che venne correlata ad
una grande paura. Con questo ed altri esperimenti si arrivo alla conclusione che
anche le piante hanno una specie di memoria.
Le piante risentono anche
dell'effetto della concentrazione intenzionale e della preghiera. Con un test
eseguito in laboratorio il 4 gennaio 1967, l'ingegnere chimico dr. Robert Miller
ha stabilito che una "preghiera" efficace può aumentare la velocità
di crescita di una pianta di otto volte. Pertanto è stato accertato che le
piante sviluppano un certo rapporto con l'ambiente e soprattutto con le persone
che le accudiscono...
Come tutti i pionieri
anche Backster ha incontrato molte diffidenze e prevenzioni, però ha anche
ricevuto migliaia di lettere di scienziati che gli chiedevano, privatamente,
informazioni sullo studio intrapreso.
Alcuni biologi di un
istituto di ricerca della città di Novosibirsk, scoprirono nel 1972, che alcune
cellule di piante ed animali ricevevano una debole energia luminosa (energia
bioplasmatica?) da cellule vicine. Gli scienziati presero due vasi di
vetro identici, con pareti molto sottili, in cui versarono la stessa soluzione
nutritiva. Immisero poi in uno dei due vasi un certo virus; dopo qualche tempo
si notarono i sintomi prodotti da questo virus anche nel vaso non infettato! Ma
non c'era traccia di virus: le cellule della soluzione nutritiva avevano
recepito l'"informazione" attraverso le pareti di vetro.
Già negli anni venti lo
studioso sovietico A. G. Gurwitsch, postulava una radiazione organica non
spiegabile con cause fisiche, che egli chiamava radiazione mitogenetica. Ma come capita
spesso a molti ricercatori, anche il suo lavoro venne presto dimenticato dal
mondo scientifico. Injuschin lo riprese e, analogamente ai Kirlian, lo rielaborò
con i mezzi tecnici disponibili cinquant'anni dopo ed in un'atmosfera molto più
aperta...
La trasmissione sostiene
Injuschin, potrebbe avvenire per mezzo di "microbioplasmi".
Non è in fondo lo stesso fenomeno riscontrato da Cleve Backster nelle piante
minacciate per la loro salute o per quella di organismi vicino a loro che
ricevevano e a loro volta emettevano segnali di informazioni "non
fisiche"?
Sulla scia di questi
esperimenti è possibile arguire che vi sia un sistema informativo, non fisico,
presente in tutta la natura fino agli esseri unicellulari, e che tale sistema
sia influenzabile dai pensieri e dalle emozioni.
"Noi abbiamo senz'altro un sesto senso, ma nessuno lo riconosce. I nostri
sensi ufficiali sono l'udito, la vista, il tatto, l'odorato ed il gusto. Ma il
nostro sesto senso manca persino di un nome. Eppure esiste". (Paul Reboux).
Esamineremo ora i sistemi
di indagine con cui si sono accertate delle situazioni e fenomeni, che la
scienza ufficiale, ben raramente prende in considerazione. Ci occuperemo del
modo in cui è possibile misurare la frequenze emesse dagli organi, dai tessuti,
dai microrganismi e dalla malattie. Talvolta, in questo tipo di indagine, l'uomo
non rappresenta più l'ente che provoca i fenomeni o assiste al loro svolgersi.
E' infatti l'uomo stesso che, focalizzando la sua attenzione, sintonizza la sua
mente sul fenomeno da osservare, ed aspetta da questa una risposta che dovrà
poi decodificare nel modo più opportuno.
La parapsicologia ha oggi
circa cento anni. Fin dai suoi inizi è sempre stata in realtà una "scienza
proibita"; nel senso che non si prendeva semplicemente atto dei suoi
risultati, sia perché si consideravano "impossibili",
sia, nel caso vi fosse qualcosa di reale, perché non si voleva saper niente che
potesse mutare l'ordine delle cose presente. I parapsicologi venivano
contrastati o derisi, nella migliore delle ipotesi sopportati, purché non si
dovesse perciò modificare le proprie opinioni dottrinali.
La ragione che
primariamente si addiceva, era la non ripetibilità dell'esperimento (cosa oggi
in parte possibile ). Ma il vero motivo, quello non dichiarato, doveva essere la
paura irrazionale, a volte inconscia, di psicologi, psichiatri, biologi, medici
ed altri, del contatto con il cosiddetto occulto. Quando subentra la paura i rapporti scientifico-razionali si invertono (...).
L'evitare ogni discorso
dalla cattedra e nelle aule, sul paranormale, il considerarlo come tabù nella
maggior parte della letteratura scientifica naturale e religiosa, testimoniano
una mentalità non scevra da pregiudizi, che appartiene, o dovrebbe appartenere,
al passato!
Le facoltà paranormali
non sono nulla di nuovo, sono ataviche di natura e si tratta di un fenomeno di
regressione. Ci derivano dai nostri antenati preistorici: l'uomo primitivo
viveva in comunità con la natura e doveva usare le sue facoltà extrasensoriali
per difendersi dai pericoli dalla foresta. Ma, via via, che noi diventiamo più
civili, più meccanizzati e più intellettualizzati, tali facoltà tendono a
recedere. Io credo però che un giorno o l'altro si ripresenteranno ad un
livello più elevato. Questi poteri perduti sono un dato naturali e fondamentali
dell'uomo".
La telecinesi studia il
movimento degli oggetti che si muovono senza che nessuno li contatti o che non
hanno alcun potere che li faccia muovere, né internamente né esternamente.
Pochissimi sanno che
chiunque può far muovere o "levitare" un tavolo senza che questo
abbia alcun riferimento con lo spiritismo; basta osservare determinate regole
base. Due membri dell'Associazione londinese per la ricerca parapsichica, C.
Brookes-Smith e D.W. Hunt, lo hanno dimostrato con una serie di prove di
laboratorio, con quattro partecipanti ed un basso tavolino (105x60x55 cm)
del peso di circa venti chilogrammi.
I partecipanti mettevano
semplicemente le mani sul tavolino, in una stanza pienamente illuminata, c'era
anche una macchina fotografica con comando a distanza. Durante la seduta i
quattro si intrattenevano normalmente, ma ognuno di loro desiderava che il tavolino si muovesse.
Senza questa impostazione positiva, tipica per tutti gli esperimenti
paranormali, non si può pensare di ottenere un successo (...).
I parapsicologi pensano
al bioplasma di persone viventi come fonte di energia per questi fenomeni e nel
Poltergeist (movimento di oggetti senza la volontà di muoverli, n.d.r.)... Lo
stesso fenomeno dicasi per i medium che riescono a muovere piccoli oggetti, come
fiammiferi, bicchieri e a spostare aghi di bussola, far volar in aria, tenendole
tra le mani tese in avanti, palline dalle pareti sottili (...).
Un'applicazione tipica
della telecinesi è la rabdomanzia, dal greco ràbdos, bacchetta e pantéia,
divinazione. Si tratta di una tecnica che impiega l'uso di una bacchetta (di
solito una forcella di nocciolo) allo scopo di individuare giacimenti di
minerali o localizzare delle acqua sotterranee.
E' assodato che l'arte
della rabdomanzia esiste sin dalla più remota Antichità. I Cinesi la
praticavano già circa duemila anni prima della nostra era ed erano diventati
molto esperti nelle ricerche relative al sottosuolo... Si dice che un Imperatore
cinese, appartenente alla dinastia Hia, sia stato uno dei più grandi idrologi
dell'antichità. Un'incisione su legno, risalente all'anno 147 prima della
nostra era, lo raffigurava con in mano un oggetto la cui forma evoca quella di
un diapason. Un'iscrizione spiega, senza possibilità di equivoci l'uso di
questo strumento per scopi rabdomantici (...).
Quando Romolo fondò
Roma, un etrusco sensibile salì con lui sulla collina e, bacchetta alla mano,
determinò la zona di influenze favorevoli per l'edificazione della città. Gli
Etruschi, infatti, godevano fama di essere ottimi conoscitori delle influenze
cosmiche e telluriche. Ad esempio, per far deviare i fulmini o accelerare la
vegetazione, avevano preso l'abitudine di piantare delle aste nel terreno.
La Radioestesia è stata
definita "l'arte di scoprire,
grazie al pendolino o alla bacchetta, ciò che è nascosto alle facoltà normali
ma la cui esistenza è reale". La parola "Radioestesia" (coniata
dall'abate Alex Bouly nel 1929) deriva da due radici, una greca radius,
raggio e l'altra latina aistetis,
sensibilità.
La Radioestesia è una
forma di percezione extrasensoriale che permette all'uomo di mettersi in
contatto con il mondo che lo circonda in un modo tutto particolare, assai più
preciso e profondo di quanto non riuscirebbe a fare con i suoi cinque sensi.
Tuttavia per poter
praticare con successo la Radioestesia è necessario esercitarsi con costanza e
pazienza, e questo non solo per affinare la propria sensibilità e sviluppare le
proprie doti psicofisiche, ma soprattutto per impadronirsi con sicurezza delle
tecniche e dei metodi di questo tipo di ricerca. Resta inteso che le
informazioni ricevute devono sempre essere filtrate con il buon senso. Quanto più
il Radioestesista acquista familiarità con i sui strumenti, tanto più sentirà
crescere in sé fiducia e sicurezza.
Malcom Rae, nato nel
Cheshire nel 1913, un pioniere nel campo della radioestesia medica, affermò che
secondo lui il senso radioestesico "ha molte caratteristiche in comune con
i sensi più umili": vista, udito, tatto, gusto e olfatto. Non dovrebbe
quindi essere considerato misterioso, solo più sottile e meno compreso.
Durante una conferenza
sul suo lavoro, nel 1970, Rae dichiarò: "A lume di logica, ritengo di
poter credere che questo senso funzioni benissimo in ogni circostanza, quando
esiste qualcosa da scoprire. Gli occhi vedono dove c'è luce. Il senso radioestesico
dovrebbe quindi scoprire l'esistenza di qualsiasi cosa a cui esso
reagisce".
Rae ritiene che, quando
due operatori ottengono risultati diversi, la discrepanza non sia dovuta ad una
differenza nel loro senso radioestesico, ma nel modo in cui essi l'hanno usato.
Gli occhi di due persone vedono la stessa immagine, se guardano lo stesso punto
e dallo stesso punto di vista. Nello stesso modo il pendolo deve dare le stesse
risposte se viene tenuto da due individui forniti di senso radioestesico, purché
i due formulino esattamente le stesse domande e che nessuno dei due si sforzi di
lavorare in circostanze sfavorevoli.
Rae stabilisce anche i
seguenti punti che ritiene molto importanti:
1.
Dobbiamo allontanare l'idea che il senso radioestesico sia qualcosa di
"spiritico"; è un senso perfettamente naturale, presente in tutti
allo stato latente e sviluppato in varia misura in molti. Non c'è quindi
ragione di supporre che esso sia meno attendibile e meno utile degli altri
sensi, purché lo si usi bene. Anzi, in un certo modo può risultare più
utile degli altri sensi, perché ci può dare accesso immediato a fonti di
informazione che gli altri sensi non percepiscono.
2.
Poiché dobbiamo mettere a fuoco questo senso mediante i nostri pensieri e
domande, le informazioni ottenute saranno precise nella misura in cui lo sono
i nostri pensieri. Analogamente, gli occhi ci danno informazioni precise se
noi li dirigiamo e mettiamo a fuoco correttamente, cosa che facciamo senza
rendercene conto; e le orecchie ci daranno risposte esatte se noi ci
concentriamo sui suoni che ci portano.
Alfred Bovis (1871-1947),
era una persona speciale da molti punti di vista. Egli aveva una cultura
limitata ma una grande predisposizione per l'utilizzo del pendolo radioestesico.
Presto scoprì che poteva porre una mano su una forma di formaggio o una botte
di vino e diagnosticarne la bontà. In un primo tempo egli era in grado soltanto
di specificare se essi erano buoni oppure No. Poi, utilizzando il suo ingegno,
creò una specie di regolo con il quale riusciva anche a valutare il grado di
bontà dei prodotti in esame.
Questo regolo, chiamato
"Biometro Bovis" consisteva in una
scatola munita di un cursore scorrevole graduato con 100 tacche distanti 2 cm
una dall'altra. Il prodotto da valutare era posto in una piccola coppa
localizzata sul cursore, subito prima del grado zero. La lettura del grado di
validità veniva fatta facendo scorrere il cursore in modo che il campione di
prodotto si avvicinasse alla scatola sempre di più. Quando il pendolo indicava
di fermare il cursore era possibile leggere su una tacca della scatola il grado
Bovis di validità del prodotto.
Il dottor Albert Abrams,
nato nel 1863, era un noto medico di San Francisco. Laureato in America studiò
in Europa sotto la guida di maestri famosi come Virchovr, Wasserman e Von
Helmholtz. Successivamente si era specializzato in malattie nervose ed era stato
considerato uno dei neurologi più stimati dell'epoca, a tal punto che Sir James
Barr lo definì "il più grande genio che la professione medica avesse
prodotto negli ultimi cinquant'anni".
Egli aveva ipotizzato la
possibilità di scoprire un cambiamento nelle radiazioni dei tessuti danneggiati
da una malattia o da un incidente, dato che la materia emette costantemente
delle radiazioni, sia che si tratti di tessuti organici che di altre forme di
materia. Rimaneva la difficoltà di scoprire tali radiazioni, dato che non
esisteva uno strumento abbastanza sensibile da soddisfare le sue esigenze. Nella
sua ricerca egli non fece economia di tempo né di danaro, ma tutto invano.
La traccia che tanto
cercava gli venne casualmente dall'osservazione del suono ottenuto percuotendo
un'area specifica dell'addome di un paziente canceroso, quando il paziente era
voltato verso Ovest e soltanto verso Ovest. In seguito questo fatto venne
denominato "reazione elettronica di Abrams"
o per abbreviazione R.E.A.
Questa scoperta lo portò
a iniziare una lunga serie di intensi esperimenti. Si chiese se fosse possibile
scoprire un riflesso simile nel corpo di un ragazzo giovane e sano messo a
contatto con un campione di cancro e scoprì che la sua supposizione era esatta.
Questa osservazione,
insieme al fatto che le radiazioni potevano passare lungo un filo e che si
poteva sostituire il paziente con una goccia del suo sangue, portò, dopo
ulteriori esperimenti, all'evolversi di uno strumento chiamato reflessoscopio,
il quale, se usato come sonda con un essere umano sano, poteva distinguere fra
il cancro, la sifilide e la tubercolosi, essendo la reazione caratteristica di
ogni caso molto chiara e definita.
Le teorie di Abrams,
furono in seguito riprese e sviluppate da Ruth Drown, George de la Warr e sua
moglie Marijorie, con la collaborazione di Leonard Corte. Il lavoro di questi
ricercatori ha portato alla strumentazione oggi disponibile, per la diagnosi
medica ed il trattamento, sia in presenza del paziente che a distanza. L'insieme
di questi strumenti e le tecniche per utilizzarli prende il nome di Radionica.
(continua)
1) Elaborato da: L'aura
umana, pagg. 102-110,
di Joseph Ostrom, Armenia Editore, Milano, 1987.
2) Elaborato da: Che
cos'è la parapsicologia, pagg. 78-81,
di P. Andreas e C. Kilian,
Enciclopedie Pratiche Sansoni, Firenze, 1975.
3) A.E. Powell, Il
doppio eterico,
Edizioni Macro Post, Bellaria, Rimini.
4) P. Andreas e C. Kilian,
Che cos'è la parapsicologia, pagg.
69-73,
Enciclopedie Pratiche Sansoni, Firenze, 1975.
5) P. Andreas e C. Kilian,
Che cos'è la parapsicologia, pag. 89,
Enciclopedie Pratiche Sansoni, Firenze, 1975.
6) P. Andreas e C. Kilian,
Che cos'è la parapsicologia, pagg. 103-104,
Enciclopedie Pratiche Sansoni, Firenze, 1975.
7) Willem Hendrik Carl
Tenhaeff, citato in "Il Romanzo della
psicologia", pag. 163,
di Massimo Inardi. Edizioni Sugarco, Milano.
8) P. Andreas e C. Kilian,
Che cos'è la parapsicologia, pagg.
106-108,
Enciclopedie Pratiche Sansoni, Firenze, 1975.
9) Michel Moine,
Guida alla Radiestesia.
Armenia Editore, Milano, 1983.
10) Freedem Long,
Psychometric analysis,
pag. 12-17,
De Worss & Co., Publisher, Santa Monica, California, 1959.
11) A.T. Westlake, La forza
vitale nella salute e nella malattia, pagg. 13-14,
Astrolabio Editore.
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