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Platone ed Atlantide: l'inizio del più grande enigma archeologico dell'umanità

 

Dal sito: https://mskguru.ru/moskovskaya-oblast

di Axel Famiglini


Platone fu uno dei più grandi filosofi dell'antichità, assieme ad Aristotele, e forse anche dell'intera umanità. E proprio Platone fu colui che scatenò il caso Atlantide. Platone ( il cui vero nome era Aristocle - il nome Platone deriva dal greco platos che significa ampiezza e pare che gli sia stato attribuito o per il suo vigore fisico o per l'ampiezza della fronte o per l'eleganza dello stile), nato ad Atene nel 428/427 a.C., era di origine nobile: infatti il padre Aristone sosteneva di essere discendente del re Codro e la madre Perictione si diceva imparentata con Solone. Fin da giovane si era interessato di politica ed a causa delle sue parentele ( Crizia stesso, famoso uomo politico ateniese, era lo zio materno di Platone), si trovò vicino al governo dei trenta tiranni, ma ne restò presto deluso poiché non vide assolutamente nascere il nuovo regime secondo i principi di giustizia ed equità che tanto sperava facessero da filo conduttore nel nuovo governo. Platone così ancor prima della caduta del governo dei trenta tiranni ( 401 a.C.), si distacca dall'ambiente politico e con la morte del suo maestro Socrate, nel 399, iniziò a compiere viaggi di studio, come era usanza presso gli studiosi greci, nei luoghi più raffinati culturalmente del mondo allora conosciuto. Partì alla volta del misterioso Egitto, dove rimase per circa tre anni, poi si diresse a Cirene e in Magna Grecia, dove incontrò il pitagorico Archita. Dopo varie vicissitudini a Siracusa per creare il suo famoso "governo dei filosofi" e dopo aver istituito l'altrettanto famosa Accademia ad Atene, Platone, oramai anziano, passò gli ultimi anni della sua vita nella sua città natale, dove morì all'età di 81 anni nel 348/347 a.C. Platone scrisse numerose opere filosofiche dove esponeva le sue teorie su moltissimi aspetti dell'uomo e dell'universo. In due dei suoi dialoghi parlò inoltre di uno straordinario e misterioso mito che avrebbe affascinato centinaia di studiosi fin ai nostri giorni che riguarda proprio l'origine dell'umanità. E' appunto il mito di Atlantide.

Charles Berlitz, noto studioso del mistero di Atlantide, afferma che: 

" quella di Atlantide è la più nota tra le storie misteriose del mondo. Il nome del continente scomparso evoca in noi una strana familiarità, quasi dei ricordi perduti, e ciò non deve stupire: per millenni i nostri antenati hanno fatto congetture su questo tema."

Credo quindi che non ci sia bisogno di dilungarsi oltre. Entriamo dunque nei due dialoghi che hanno posto le basi della ricerca millenaria di Atlantide: il "Timeo" e il " Crizia ".

Il Timeo

La parte del Timeo che riguarda Atlantide è breve e solamente introduce il discorso più completo che viene svolto successivamente sull'argomento dell'Isola di Atlantide nel Crizia. Quindi nel Timeo si presenta un'anticipazione del racconto di Atlantide, illustrando, come potremo leggere, in che modo il mito sia passato dall'Egitto alla Grecia e fino al narratore.

Ecco cosa si dice nel Timeo, capitolo III:

"Io dirò un'antica storia, come l'ho udita da un uomo non giovane. Perché Crizia era allora, com'egli diceva, già presso a novant'anni ed io, circa decenne. Noi festeggiavamo il giorno cureotide delle apaturie: e quello che ogni volta in quella festa si suol fare dai fanciulli, anche allora fu fatto, e i nostri padri ci proposero dei premi di declamazione poetica. Furono dunque recitati molti carmi di molti poeti, e molti di noi fanciulli cantammo carmi di Solone, perché erano nuovi a quel tempo".

Colui che parla è Crizia il Giovane. Nel discorso chi racconta è Crizia il Vecchio, il quale riferisce a Crizia il giovane, suo nipote, la storia di Atlantide. A sua volta Crizia il vecchio aveva saputo la storia da Dropide, suo padre, il quale a sua volta aveva appreso il racconto da Solone che era suo parente. Solone era un grande uomo politico ateniese vissuto tra 630 e il 560 a.C. circa. Fece molte importanti riforme a carattere amministrativo e sociale e riordinò la costituzione. Dopo aver riformato lo Stato, Solone partì verso molti paesi del Mediterraneo, tra cui l'Egitto e la Lidia. Il viaggio in Egitto ci interesserà più avanti. Le Apaturie sono un'antichissima festa ionica, dedicata a Zeus Phratrios, Atena Phratria e successivamente a Dioniso.

"Ora uno della nostra tribù, sia che allora cosi pensasse, sia anche per compiacere a Crizia, disse che Solone gli sembrava essere stato non solo il più sapiente nelle altre cose, ma anche nella poesia il più nobile di tutti i poeti. Allora il vecchio, perché lo ricordo bene, molto si rallegrò e sorridendo disse: << Ma se egli, o Aminandro, non si fosse occupato superficialmente della poesia, ma seriamente, come altri, e avesse compiuta quella storia, che qui aveva portata dall'Egitto, e non fosse stato costretto a trascurarla per le sedizioni e gli altri mali, che trovò qui nel suo ritorno, né Esiodo né Omero né alcun altro poeta sarebbe stato, come io penso, più glorioso di lui >>. << E qual era >> a quello domandò << questa storia, o Crizia?>>. << La storia >> rispose Crizia << dell'impresa più grande e più degna di tutte d'essere celebrata, che questa città operò, è vero, ma la fama non giunse fino a noi per il tempo e per la morte di quelli che la compirono >>. E quello: << Narra da principio che mai riferì Solone e come e da chi l'ebbe appreso come vero>>".

Come sappiamo, Solone scrisse diversi componimenti poetici, ma di un tale componimento poetico non se ne ha traccia. Molto probabilmente il poema è del tutto perduto persino nel titolo poiché risultava incompiuto.

<< V'è in Egitto >> disse Crizia << nel Delta, al cui vertice si divide il corso del Nilo, una provincia detta Saitica, e la più gran città di questa provincia è Sais, dove nacque anche il re Amasi. Secondo gli abitanti, l'origine della Città si deve a una dea, che nella lingua egiziana è chiamata Neith, e nella greca, com'essi affermano, Atena: ed essi sono molto amici degli Ateniesi e dicono d'essere in qualche modo della loro stessa Stirpe.

Platone compara la dea Neith con Atena. Plutarco in " De Iside et Osiride, 9, 32 e 62 " identifica Neith con Iside. Tuttavia Neith fu venerata veramente nel ramo saitico del delta del Nilo e quindi Iside non sembra essere coinvolta nel culto della dea predinastica Neith. Cicerone stesso, nel " De Natura deorum", dice a proposito nel " De natura deorum, 23,59" : << La prima Minerva ( Atena ), come abbiamo detto sopra , è la madre di Apollo, la seconda è figlia del Nilo ed è venerata a Sais...>>. Interessante è il fatto che il suo appellativo Tehenut, la libica, indica la sua origine straniera dall'Egitto. E' una dea guerriera e probabilmente per questo fu associata alla dea greca Atena. Amasi fu un re della XXVI dinastia ( 569 a.C.)

"Ora Solone diceva che, giunto colà, vi fu ricevuto con grandi onori, e che, avendo interrogato sui fatti antichi i sacerdoti più dotti della materia, trovò che né egli né alcun altro Greco sapeva, per così dire, niente di tali cose. E una volta, volendo provocarli a parlare di fatti antichi, prese a dire degli avvenimenti che qui si credono i più antichi, e favoleggiò di Foroneo, ch'è detto il primo uomo, e di Niobe e, dopo il diluvio, di Deucalione e di Pirra, com'erano sopravvissuti, e passò in rassegna i loro discendenti, e ricordando i tempi tentò di calcolare la data degli avvenimenti di cui parlava". 

La tradizione ci riporta il nome dei sacerdoti con cui parlò Solone: Plutarco nella biografia di Solone ( Vita di Solone, 26) dice che il legislatore ateniese si intrattenne con Psenopi di Eliopoli e Sonchi di Sais. Platone stesso, racconta Proclo, filosofo vissuto nel V secolo dopo Cristo, ebbe come maestri il gran sacerdote Pateneit, il sacerdote Ochlapi a Eliopoli e lo ierofante Ethimone a Sebenyt.

Foroneo era considerato il primo uomo nelle principali leggende peloponnesiache. Figlio del dio-fiume Inaco e della ninfa Melia, aveva due fratelli: Egialeo e Fegeo. Foroneo venne scelto da Era e Poseidone come arbitro nella contesa sul possesso del Peloponneso tra questi due dei ed egli optò in favore di Era. Si racconta che Foroneo abbia insegnato agli uomini a riunirsi in città e ad usare il fuoco. Niobe sarebbe figlia di Foroneo e della ninfa Teledice ( o Peito o Cerdo ). Sarebbe la prima mortale ad essersi unita a Zeus. Generò Argo e Pelasgo.

"Ma uno di que' sacerdoti, ch'era molto vecchio, disse: - O Solone, Solone, voi Greci siete sempre fanciulli, e un Greco vecchio non esiste! E avendo udito, Solone gli chiese: - E come? Che è questo che dici? - Voi, riprese quello, siete tutti giovani d'anima, perché in essa non avete riposta nessuna vecchia opinione d'antica tradizione, nessun insegnamento canuto per l'età. E il motivo è questo. Molti e per molti modi sono stati e saranno gli stermini degli uomini: i più grandi per il fuoco e per l'acqua, altri minori per moltissime altre cagioni".

Qui Platone fa riferimento alla tradizione di moltissime culture mondiali della ciclica distruzione del mondo, che si può ritrovare principalmente presso le culture precolombiane.

"Perché quello che anche presso di voi si racconta, che una volta Fetonte, figlio del Sole, avendo aggiogato il carro del padre, per non essere capace di condurlo per la via del padre, bruciò tutto sulla terra ed egli stesso perì fulminato, questo ha l'apparenza d'una favola, ma la verità è la deviazione dei corpi, che si muovono intorno alla terra e nel cielo, e la distruzione per molto fuoco e a lunghi intervalli di tempo di tutto quello che è sulla terra".

Fetonte, che era un figlio del Sole, era stato educato dalla madre senza sapere chi fosse il padre. Quando Fetonte divenne adolescente, la madre gli rivelò la vera identità del padre. Allora questi chiese al padre un segno della sua nascita ed Elio, dopo qualche esitazione, permise al figlio di guidare il carro del Sole facendogli molte raccomandazioni. Fetonte partì seguendo il percorso seguito dal sole, ma spaventato dall'altezza a cui si trovava e dalle figure degli animali dello zodiaco, portò il carro troppo vicino alla terra, bruciandola e poi si diresse troppo in alto suscitando le lamentele degli astri. Allora Giove fu costretto a lanciargli un fulmine per evitare una conflagrazione universale e fece precipitare Fetonte nel fiume Eridano.

L'interpretazione del mito di Fetonte nel Timeo è impressionante! Infatti il dotto egiziano afferma di conoscere gli effetti che i pianeti hanno sull'orbita delle comete ed in verità può capitare ( come è accaduto recentemente a Giove ) che l'orbita sia così deviata da un pianeta da causare la caduta del meteorite sul pianeta stesso, oppure, l'orbita del pianeta può intersecare l'orbita dell'asteroide. Probabilmente, come cercheremo di dimostrare in seguito, Atlantide fu distrutta proprio dalla caduta di un meteorite.

"Allora dunque gli abitanti delle montagne e dei luoghi alti e aridi muoiono più di quelli che dimorano presso i fiumi e il mare. E il Nilo, com'è nostro salvatore nelle altre cose, così dilagando ci salva allora da questa calamità. Quando invece gli dei, purificando la terra con l'acque, l'inondano, i bifolchi e i pastori, che abitano i monti, si salvano, ma gli abitanti delle vostre città sono trasportati dai fiumi nel mare. Ora in questa regione né allora né mai l'acqua scorre dalle alture sui campi, ma al contrario suole scaturire dalla terra. Così dunque per queste cagioni si dice che qui si son serbate le più antiche memorie, ma in verità in tutti i luoghi, dove né il freddo immoderato né il caldo l'impedisce, sempre v'è quando più e quando meno la stirpe umana".

Questa teoria platonica si ritrova anche in " Leggi " :

<< Ateniese: Coraggio, prendiamo in considerazione una delle molte distruzioni, quella ad esempio che un tempo avvenne a causa del diluvio. Clinia: E quale considerazione dobbiamo fare riguardo ad essa? Ateniese: Dobbiamo pensare che coloro che allora scamparono a quella distruzione dovevano essere pastori delle montagne, ultime e piccole scintille del genere umano che si sono salvate stando sui luoghi più alti.>>

"E quante cose sono avvenute o presso di voi o qui o anche in altro luogo, le quali sappiamo per fama, se qualcuna ve ne sia bella o grande o altrimenti insigne, sono state scritte tutte fin dall'età antica qui nei templi e così conservate. Ma presso di voi o degli altri popoli non appena ogni volta si stabilisce l'uso delle lettere e di tutto quello ch'è necessario alle città, di nuovo nel solito intervallo d'anni come un morbo irrompe impetuoso il diluvio celeste e lascia di voi solo gl'ignari di lettere e di muse, sicché ritornate da capo come giovini, non sapendo niente di quanto sia avvenuto qui o presso di voi nei tempi antichi.. Pertanto codeste vostre genealogie, che tu, o Solone, ora esponevi, poco differiscono dalle favole dei fanciulli, perché anzitutto ricordate un solo diluvio della terra, mentre prima ne avvennero molti, e di poi non sapete che nella vostra terra visse la più bella e più buona generazione d'uomini, dai quali tu e tutta la città, che ora è vostra, siete discesi, essendone rimasto piccol seme: ma voi ignorate questo, perché i superstiti per molte generazioni morirono muti di lettere".

L'Egitto è sempre stata la sede di antichissime tradizioni. Sappiamo dai ritrovamenti archeologici e dalle testimonianze classiche che si registrava la storia fin da epoche antichissime, dal 10.000. a.C. al 23.000. a.C. !

"Difatti un tempo, o Solone, prima del grandissimo scempio delle acque, questa repubblica degli Ateniesi era ottima in guerra e in tutto, e specialmente governata da buone leggi, e ad essa si attribuiscono bellissime gesta e le istituzioni più belle di quante noi abbiamo conosciute per fama sotto il cielo - . Pertanto Solone disse che molto si meravigliò all'udire queste cose, e che con molto fervore pregò i sacerdoti di raccontargli con esattezza e per ordine tutta la storia dei suoi antichi cittadini. E il sacerdote a lui: - Non ho alcuna difficoltà, o Solone, ma parlerò e per te e per la vostra città, e specialmente per onore della dea, ch'ebbe in sorte la città vostra e questa, e le allevò ed istruì, la vostra mille anni prima, ricevendo il vostro seme da Gea e da Efesto, e questa dopo. E di questo nostro ordinamento nelle sacre scritture è scritto il numero di ottomila anni. Dunque dei tuoi cittadini vissuti novemila anni fa', ti dirò in breve le leggi e la più bella delle gesta da loro compiute: un'altra volta poi accuratamente le esporremo tutte per ordine a nostro agio con l'aiuto delle stesse scritture. Considera pertanto le loro leggi guardando alle nostre; e troverai ora qui molti esempi di quelle che allora esistevano presso di voi, e anzitutto la classe dei sacerdoti separata dalle altre, e dopo questa quelle degli artigiani, in quanto che ciascuna esercita da per sé il proprio mestiere senza mescolarsi ad altra, e così quelle dei pastori e dei cacciatori e degli agricoltori. Ed hai appreso anche che la classe dei guerrieri è qui separata da tutte le classi, e che ad essi è stato prescritto dalla legge di non occuparsi d'altro, fuorché delle cose di guerra. Aggiungi la foggia della loro armatura, degli scudi e delle lance, di cui noi ci siamo armati i primi fra i popoli d'Asia, avendola mostrata a noi la dea, come in que' luoghi a voi per i primi. In fatto poi di scienza tu vedi quanta cura v'abbia posto qui subito da principio la legge, sia rispetto a tutto l'ordinamento del mondo fino alla divinazione e alla medicina per la sanità, col derivare da queste scienze divine quel che possa giovare alle cose umane, sia procurando tutte le altre discipline connesse con queste. E la dea, che aveva allora assegnata a voi per i primi tutta questa costituzione e disposizione, vi stabilì in questa sede, dopo aver scelto il luogo dove siete nati, vedendo che la felice temperanza delle sue stagioni produrrebbe uomini sapientissimi. Dunque la dea, come studiosa della guerra e insieme della scienza, scelse e dapprima popolò quel luogo che doveva produrre gli uomini più simili ad essa. E in verità vivevate con siffatte leggi e ancor meglio governati, superando tutti gli uomini in ogni virtù, come si conveniva a figli e alunni degli dei. Ma benché siano molte e grandi le opere compiute dalla città vostra, che noi ammiriamo qui scritte, una però supera tutte per grandezza e virtù".

Platone, descrivendo l'Atene preistorica, ci conduce attraverso una città ideale molto simile a quella teorizzata nella " Repubblica". Una domanda può nascere spontanea. Platone teorizzò la sua repubblica ideale in modo indipendente o si ispirò alla leggenda di Atlantide e dell'Atene preistorica per formulare le sue ipotesi politiche? Visto che il mito di Atlantide o comunque di un isola beata è chiaramente più antico di Platone, ci sembra proprio che Platone si sia ispirato alla leggenda egiziana. Dopotutto Platone si serve grandemente del mito per dimostrare il suo pensiero filosofico. Secondo quanto si asserisce qui, Atene fu fondata 9000 anni prima di Solone e Sais 8000 anni prima. Forse dopo la grande distruzione, gli abitanti dell'impero Ateniese si trasferirono in Egitto, nel sito di Sais, dove fondarono una nuova città.

"Perché dicono le scritture come la vostra città distrusse un grande esercito, che insolentemente invadeva ad un tempo tutta l'Europa e l'Asia, movendo di fuor dell'Oceano Atlantico. Questo mare era allora navigabile, e aveva un'isola innanzi a quella bocca, che si chiama, come voi dite, colonne d'Ercole. L'isola era più grande della Libia e dell'Asia riunite, e i navigatori allora potevano passare da quella alle altre isole, e dalle isole a tutto il continente opposto, che costeggiava quel vero mare. Perché tutto questo mare, che sta di qua dalla bocca che ho detto, sembra un porto d'angusto ingresso, ma l'altro potresti rettamente chiamarlo un vero mare, e la terra, che per intero l'abbraccia, un vero continente. Ora in quest'isola Atlantide v'era una grande e mirabile potenza regale, che possedeva l'intera isola e molt'altre isole e parti del continente. Inoltre di qua dallo stretto dominavano le regioni della Libia fino all'Egitto e dell'Europa fino alla Tirrenia. E tutta questa potenza raccoltasi insieme tentò una volta con un solo impeto di sottomettere la vostra regione e la nostra e quante ne giacciono di qua dalla bocca. Allora dunque, o Solone, la potenza della vostra città apparve cospicua per virtù e per vigore a tutte le genti: perché avanzando tutti nella magnanimità e in tutte le arti belliche, parte conducendo l'armi dei Greci, parte costretta a combattere sola per la defezione degli altri, affrontati gli estremi pericoli e vinti gli assalitori, stabilì trofei, e campò dal servaggio i popoli non ancora asserviti, e liberò generosamente tutti gli altri, quanti abitiamo di qua dalle colonne d'Ercole. Ma nel tempo successivo, accaduti grandi terremoti e inondazioni, nello spazio di un giorno e di una notte tremenda, tutti i vostri guerrieri sprofondarono insieme dentro terra, e similmente scomparve l'isola Atlantide assorbita dal mare; perciò ancora quel mare è impraticabile ed inesplorabile, essendo d'impedimento i grandi bassifondi di fango, che formò l'isola nell'inabissarsi".

Qui si inizia a parlare dell'isola di Atlantide. Situata davanti alle colonne d'Ercole, era una sorta di impero marittimo che possedeva territori sia nel bacino del Mediterraneo, sia nell'Oceano Atlantico e sia nel continente opposto. Ma qual era il continente opposto? L'America? Sembra proprio che Platone conoscesse il continente americano! Tuttavia la credenza che l'oceano non fosse più navigabile deve essere stata creata subito dopo la distruzione a causa dei detriti e degli sconvolgimenti nel fondo dell'Atlantico. Forse lo Stretto di Gibilterra rimase bloccato dai bassifondi o da qualche genere di ostacolo provocato dalla distruzione. L'impero marittimo di Atlantide si estendeva fino all'Etruria (attuale Toscana) e l'Egitto. Ecco quindi che veniamo a sapere che il mitico e misterioso Egitto era una colonia atlantidea! L'Atene descritta da Platone sembra esempio di virtù e di moralità, quasi sicuramente Platone descrisse così la sua città di proposito per patriottismo. Quando Platone afferma che Atlantide è "più grande della Libia e dell'Asia riunite", il filosofo si riferisce rispettivamente alle coste del nord Africa e all'Asia minore (attuale Turchia).

Abbiamo così esaminato il "Timeo" di Platone cercando di evidenziare i punti più salienti.

Tuttavia la parte più interessante deve ancora venire! Infatti è nel Crizia che si descrive l'isola di Atlantide vera e propria, la geografia, l'amministrazione e le usanze del continente perduto per eccellenza.

Il Crizia

In questo dialogo si entra nel pieno della descrizione dell'isola di Atlantide. Crizia il giovane questa volta prende la parola e racconta nei dettagli ordinamenti, usanze e la geografia dei due grandi contendenti: Atene ed Atlantide. Riguardo Atene abbiamo diversi dubbi sulla veridicità della descrizione, anche se ritengo che la descrizione geografica lasci intravedere una Grecia del periodo glaciale, che corrisponde al periodo della fine di Atlantide.

Platone parla di un'Attica molto più vasta di quella attuale. 

Infatti Otto Muck in " I Segreti di Atlantide " ci dà la conferma che Platone si riferiva proprio al periodo glaciale:

 " Se la sua datazione di circa 9000 anni prima del viaggio di Solone in Egitto fosse precisa, Atlantide avrebbe prosperato verso la fine del Quaternario, in un periodo quindi in cui enormi masse d'acqua erano trasformate in coltri di ghiaccio e in cui il livello del mare si era abbassato per circa 100-200 metri. Platone non poteva conoscere quell'abbassamento "eustatico". In questo contesto è importante il passo del rapporto in cui viene affermato che una volta avrebbe compreso catene montagnose, alte cittadelle e pianure fertili. [...] In quel periodo ( l'Attica ) era molto più larga, specie nella regione della futura Atene, e collegata attraverso alcuni istmi con l'Eubea e il Peloponneso. E grazie all'abbassamento eustatico del livello del mare, le montagne di allora apparivano 100 metri più alte di oggi; la cittadella di oggi misura 156 metri sul livello del mare; in quel periodo, invece, si trovava a 250 metri e sembrava più alta. I bassifondi di oggi erano le pianure fertili di cui parla il rapporto di Platone, senza che l'autore potesse conoscere questo periodo, e meno ancora poteva indovinarlo."

Per quanto riguarda Atlantide, la sua grandezza non ci sembra molto elevata. Qualcuno ha persino detto che fosse grande come l'Australia, ma noi riteniamo che non fosse molto grande. L'architettura avveniristica di Atlantide potrebbe dare l'impressione di una totale invenzione del racconto, ma analizzando più a fondo il mito e la struttura di Atlantide non ci sembrerà poi così impossibile. Ma ora entriamo nel testo e cerchiamo di capire che cosa Platone ci dice riguardo a questa misteriosa isola.

CRIZIA : [...]  "Prima di tutto ricordiamo che sono in complesso novemila anni che si da' per avvenuta la guerra tra quelli che abitavano fuori dalle colonne d' Ercole e quelli di dentro : e ora bisogna raccontarla . Gli uni , si dice , erano capeggiati da questa città , che compié tutta la guerra : gli altri dai re dell'isola di Atlantide che, come dicemmo , era maggiore della Libia e dell'Asia , mentre ora , sommersa dai terremoti , e' fango impraticabile , che impedisce alle nostre navi d'avanzarsi per quel mare . La più' parte delle nazioni barbare e i popoli greci di quel tempo appariranno successivamente , come si presenterà l'occasione , nel seguito del mio discorso . Ma degli Ateniesi d'allora e degli avversari , con cui guerreggiarono , e' necessario esporre da principio la potenza rispettiva e le forme di governo . E di essi bisogna dare ai nostri la precedenza della narrazione" .

Quindi, secondo Platone, sono circa 9000 gli anni che separano il suo tempo e quello di Solone dal periodo della guerra tra Atlantide e Atene. Comunque la città di Atene non affronta da sola la guerra contro Atlantide, ma è a capo di una coalizione mediterranea. Infatti, come potremo notare più avanti, la guerra fu tra le civiltà mediterranee e quella atlantica. 

Nel Timeo si dice:

" Non ho alcuna difficoltà, o Solone, ma parlerò e per te e per la vostra città, e specialmente per onore della dea, ch'ebbe in sorte la città vostra e questa, e le allevò ed istruì, la vostra mille anni prima, ricevendo il vostro seme da Gea e da Efesto, e questa dopo. E di questo nostro ordinamento nelle sacre scritture è scritto il numero di ottomila anni. Dunque dei tuoi cittadini vissuti novemila anni fa' [...] ". 

Quindi si suppone che la guerra sia avvenuta in concomitanza con la fondazione di Atene. Probabilmente la dea Atena/Neith (che interpretiamo come simbolo rappresentativo di una civiltà mediterranea), fondando Atene e munendola di un vasto impero, si rese subito ostile ad Atlantide e subito entrò in conflitto con quest'ultima. Tuttavia non ci si deve assolutamente fossilizzare sulla data fornita da Platone.

"Gli dei una volta si divisero i vari luoghi di tutta la terra secondo la sorte , non per contesa : perché non sarebbe ragionevole dire che gli dei ignorassero quel che spettava a ciascuno di essi , ne' che sapendolo volessero procurarsi con le contese quel che piuttosto spettava ad altri. Ottenuto cosi' con le sorti della giustizia quanto era loro gradito , popolavano le terre , e dopo averle popolate nutrivano noi , lor possesso e prole , come i pastori il bestiame : però non costringevano i corpi con la forza dei pastori , che traggono al pascolo il bestiame con le percosse , ma , com'è l'uomo un animale docilissimo , dirigendo quasi dalla poppa di una nave , secondo la loro volontà , e adoperando come un timone la persuasione per muovere gli animi , reggevano così tutto il genere mortale".

Questa è la descrizione mitica, secondo Platone, della nascita dei popoli e delle nazioni. Forse gli dei in realtà erano rappresentanti di una civiltà superiore che " ammaestrarono " l'uomo e lo condussero dalla vita ferina alla civiltà? Alcuni miti suggeriscono questo, ma per ora non possiamo dare una risposta esauriente.

"Dunque gli dei , ottenuto in sorte chi un luogo , chi un altro , li governavano: ma Efesto ed Atena , avendo natura comune , figli com'erano dello stesso padre , ed eguali tendenze per l'amore della sapienza e delle arti , riceverono ambedue , come unica sorte , questa regione , perché propria e adatta alla virtù e all'intelligenza , fatti buoni gli uomini indigeni ne rivolsero gli animi all'ordine politico . I nomi di costoro si son conservati , ma le opere per la morte dei loro eredi e la lunghezza dei tempi scomparvero . Perché , come si e' detto prima , rimaneva sempre superstite la razza montana e illetterata , che aveva udito solo i nomi dei principi della terra e ben poco delle loro opere . E ponevano volentieri questi nomi ai loro figli , ma , ignorando le virtù e le leggi degli antenati , tranne poche tradizioni oscure, e rimanendo essi e i figli per molte generazioni nell'indigenza delle cose necessarie , volgevano l'attenzione alle cose di cui mancavano , solo di questo parlavano , ed erano incuriositi dei fatti precedenti e antichi . Invero la mitologia e la ricerca delle antichità entrano nelle città insieme con l'ozio , quando vedono che si é già provveduto alle necessità della vita : prima no . Così si son salvati i nomi degli antichi senza le opere" .

Secondo Platone, l'Attica e la sua popolazione fu affidata ad Atena ed Efesto che condusse gli uomini di queste terre verso " l'ordine politico ". Platone spiega che solo i nomi di questi uomini celebri dell'antichità si sono conservati, ma le loro opere sono state dimenticate sia a causa della morte di coloro che componevano la civiltà a cui appartenevano e sia per l'antichità dei fatti. Platone aggiunge che questa amnesia storica era dovuta al fatto che dopo il diluvio era sopravvissuta solo la parte della popolazione più incolta che si preoccupava principalmente di provvedere ai propri bisogni primi e quindi di non ricordare e custodire la memoria del passato. Infatti solo nelle città, dove venivano soddisfatti i bisogni primari dell'uomo, si conservavano le antiche testimonianze storiche. Con il diluvio, come detto nel "Timeo", vennero distrutte le città e la cultura andò irrimediabilmente perduta.

"E dico questo per congettura , perché Solone diceva che i sacerdoti raccontavano quell'antica guerra , citando la più parte delle gesta di Cecrope , di Eretteo , di Erittonio , di Erisittono e gli altri , e quante anche se ne ricordano di ciascun eroe anche prima di Teseo : e così pure delle donne . E anche la figura e la statua della dea , essendo allora comuni le occupazioni di guerra alle donne e agli uomini , così , secondo quel costume , la rappresentavano armata : il che mostra che , associandosi insieme femmine e maschi , possono tutti esercitare in comune la virtù conveniente a ciascuno sesso" .

Cecrope era un re mitico dell'Attica, il primo monarca secondo la maggior parte delle tradizioni. Questo re nacque in Attica, la quale prese dunque il nome di Cecropeia . Prima di questo re, l'Attica veniva denominata Atte. Cecrope sposò Aglauro, figlia di Atteo, che secondo altre tradizioni fu il primo re dell'Attica. Dall'unione dei due nacquero un figlio maschio, Erisittono e tre figlie femmine. Proprio sotto il regno di Cecrope era in atto la disputa tra gli dei sul possesso della terra. Sia Atena che Poseidone volevano possedere Atene. Poseidone giunse in Attica e con il suo tridente fece scaturire nell'Acropoli un mare salato. Atena, invece piantò un olivo prendendo come testimone Cecrope. Zeus allora nominò come arbitri o Cecrope e Cranao o i dodici dei. Tuttavia gli arbitri affidarono Atene ad Atena, grazie alla testimonianza di Cecrope. Allora Poseidone, per la rabbia, inondò l'Attica, ricoprendola d'acqua. Si dice che Cecrope abbia insegnato agli uomini a costruire città, ad interrare i morti e forse anche la scrittura e a compiere il censimento. Probabilmente il ricordo dell'inondazione dell'Attica da parte di Poseidone (simbolo di Atlantide) può ricordare le conseguenze derivate dalla distruzione di Atlantide. Eretteo era un altro eroe ateniese che entra a far parte nella cronologia dei re mitici di Atene. Considerato figlio di Pandione I e Zeusippe, fratello di Bute e aveva come sorelle Filomela e Procne. Quando morì Pandione, Eretteo divise l'eredità con Bute: ad Eretteo rimase il potere legale a Bute il sacerdozio delle maggiori divinità ateniesi: Atena e Poseidone. Una leggenda dice inoltre che Eretteo venne dall'Egitto mentre in Attica infestava una pestilenza e che importo la coltivazione del grano. La popolazione riconoscente lo elesse re. Eretteo sposò Prassitea, da cui ebbe molti figli. Durante la guerra tra Atene ed Eleusi, quest'ultima chiamò in aiuto Eumolpo, figlio di Poseidone e di Chione. Eretteo chiese allora all'oracolo di Delfi in che modo agire per vincere Eleusi e l'oracolo rispose che doveva sacrificare una figlia. Ad Atene sacrificò una figlia ( Ctonia oppure Protogenia ) e le altre sorelle della vittima si uccisero a loro volta per il dolore o secondo altre tradizioni per la patria. Alla fine Atene vinse Eleusi in battaglia, nella quale rimase ucciso Eumolpo. Poseidone, per vendicare il figlio, fece fulminare Erittonio da Zeus. Questo mito ricorda sempre gli scontri tra l'impero mediterraneo ateniese e quello atlantico di Atlantide. Infatti l'eroe Eumolpo, figlio di Poseidone, rappresenta la città di Atlantide ed Erittonio il re Ateniese. Comunque in questo mito si fa riferimento a degli scontri militari durante la grande guerra tra Atlantide ed Atene. Può darsi che il mito nasconda tradizioni successive riguardo la guerra dell'Atene storica per la conquista dell'Attica. Erittonio fu un altro dei primi re di Atene. La storia della sua nascita è controversa. Infatti si dice che sia figlio di Attide oppure generato da un desiderio di Efesto per Atena. Comunque come siano andate le cose, Erittonio ricevette il potere da Cecrope e divenne re. Erittonio sposò una Naiade, Prassitea ( omonima della moglie di Eretteo ). Ebbe un figlio, Pandione, che prese il trono a sua volta dal padre. Si dice che Erittonio abbia inventato la quadriga, abbia diffuso il denaro in Attica e istituito le Panatenaiche, le feste di Atena: Queste feste sono attribuite da alcuni a Eretteo. Esistono due Erisittono, il primo è un eroe tessalo, figlio del re Triopa. Il secondo, quello a cui si riferiva Platone, è il figlio di Cecrope e di Aglauro. Erisittono morì presto e senza discendenti, mentre ritornava a casa da Delfi.

"Abitavano dunque allora in questa regione le altre classi di cittadini occupate nei mestieri e nel chiedere il vitto alla terra, ma la classe militare , che fin da principio uomini divini avevano separata dalle altre , abitava in disparte , fornita di tutte le cose necessarie al vitto e all'educazione dei figli . Niuno di questi guerrieri possedeva nulla di proprio , ma stimava tutto essere ad essi in comune , ne' oltre al vitto sufficiente credeva d'accettare alcuna cosa dagli altri cittadini , ed esercitava tutte le occupazioni descritte ieri , che sono quelli dei guardiani della repubblica , come noi li abbiamo concepiti" .

La società descritta qui da Platone rispecchia chiaramente le concezioni del filosofo riguardo l'organizzazione dello Stato e della popolazione. La domanda è la seguente: Platone creò in modo indipendente le sue teorie sullo Stato o fu influenzato da questo mito che descriveva un Atene efficiente, in opposizione all'Atene dei suoi tempi?

"E cosi' pure della nostra terra si diceva probabilmente e veramente che allora avesse i limiti determinati presso l'istmo e nel restante continente fino alla sommità' del Citerone e del Parnete , e che scendesse a destra fino all'Oropia e a sinistra verso il mare e all'Asopo , e che tutto il mondo fosse superato in fertilità' dalla nostra regione, e che perciò' questa potesse allora nutrire un grande esercito di perieci . Ed e' grande argomento della sua fecondità che quanto resta ora di essa può contendere con qualsiasi terra nel produrre frutti d'ogni specie e buoni e nel fornire buon pascolo a tutti gli animali . Tale era allora , oltre la bellezza , la sua fertilità . Come dunque questo é credibile e per quale indizio questa terra si può dir giustamente il residuo di quella d'allora ? Essa si distende tutta dal continente per molto tratto nel mare come un promontorio : il ricetto del mare la circonda profondamente da ogni parte. Accadute dunque molte e grandi inondazioni per novemila anni ( tanti ne son corsi da quel tempo fino ad ora ) , la terra , che in questi tempi e avvenimenti scendeva dalle alture , non si ammasso' come altrove in monticelli degni di menzione , ma sempre scorrendo scomparve nel profondo del mare : pertanto , come avviene nelle piccole isole , son rimaste in confronto di quelle d'allora quest'ossa quasi il corpo infermo , essendo colata via la terra grassa e molle e restando solo il corpo magro della terra . Ma allora ch'era intatta , aveva come monti alte colline , e le pianure ora dette di Felleo erano piene di terra grassa , e sui monti v'era molta selva , di cui ancora restano segni manifesti . E dei monti ve ne sono ora che porgono nutrimento soltanto alle api , ma non e' moltissimo tempo che vi furon tagliati alberi per coprire i più grandi edifizi , e questi tetti ancora sussistono . V'erano anche molte alte piante coltivate e vasti pascoli per il bestiame . E ogni anno si raccoglieva l'acqua del cielo , ne', come ora , si perdeva quella che dalla secca terra fluisce nel mare , ma la terra , ricevutane molta , la conservava nel suo seno , e la riportava nelle cavità argillacee , e dalle alture la diffondeva nelle valli , formando in ogni luogo larghi gorghi di fonti e di fiumi , dei quali presso le antiche sorgenti son rimaste ancora sacri indizi , che attestano la verità alle mie parole . Così dunque era disposta per natura la restante regione , e la coltivavano , com'è conveniente , veri agricoltori , dediti al loro mestiere , amanti del bene , dotati di belle qualità e possessori d'una terra ottima e copiosissima d'acqua e favorita dal clima molto ben temperato" .

La geografia e l'abbondanza del territorio attico non si riscontra né nell'Attica platonica e né nell'Attica moderna. Come già detto in precedenza l'Attica descritta in questo dialogo potrebbe facilmente ricondursi al periodo dell'ultima glaciazione quando il livello del mare era molto più basso dell'odierno e la superficie sopra il livello del mare più vasta. Inoltre il clima era molto diverso e il clima mediterraneo dell'epoca permetteva una vegetazione e una fauna più ricca di quella attuale. In più l'Attica platonica si estendeva fino a territori appartenenti alla Beozia e alla Megaride.

"E la città era così abitata in quel tempo : anzitutto l'Acropoli non era come adesso , perché in una sola notte piogge torrenziali , avendola liquefatta d'intorno, la spogliarono di tutta la terra , in mezzo a terremoti e ad un'enorme inondazione , che fu la terza innanzi al diluvio di Deucalione . Ma prima in altro tempo si estendeva per grandezza fino all'Eridano e all'Illisso , e comprendeva la Pnice , e aveva per limite il Licabetto dal lato opposto alla Pnice , ed era tutta zollosa e piana di sopra , tranne pochi luoghi" .

L'Acropoli, a quanto dice Platone, era molto più vasta dell'attuale e molto più ricca di terre fertili. Secondo Platone ci furono quattro diluvi e quindi cinque ere, come del resto diceva già Esiodo.

"Le parti esteriori , sotto i suoi fianchi , erano abitate dagli operai e dagli agricoltori , che coltivano i campi vicini . Le parti superiori le aveva occupate la classe militare per sé presso il tempi di Atena e d'Efesto , dopo averle circondate d'una sola cinta , come l'orto d'una sola famiglia : essa abitava le parti settentrionali dell'Acropoli in case comuni , avendovi preparate le sale , dove l'inverno pranzavano tutt'insieme , e quant'altro richiedeva la vita in comune per gli edifizi dei guerrieri e dei sacerdoti , ma senz'oro nè argento : perché in nessun luogo adoperavano questi metalli , ma, cercando una via di mezzo tra il fasto e la sordidezza , costruivano modeste abitazioni, dov'essi e i figli dei figli invecchiavano , e che sempre tramandavano ad altri lor somiglianti . Nell'estate lasciavano liberi i loro giardini , i ginnasi e le sale , dove pranzavano in comune , e occupavano invece le parti meridionali dell'Acropoli . V'era una sola fonte in quel luogo dov'è ora l'Acropoli , ed estintasi per i terremoti , ne son rimasti ora pochi rivoli all'intorno , ma allora forniva acqua abbondante a tutti ed era d'egual temperatura d'inverno e d'estate. Essi dunque abitavano a questo modo , custodi dei loro cittadini e capitani senza contrasto degli altri greci , e curavano , per quanto era possibile , di rimanere in ogni tempo la stessa moltitudine d'uomini e di donne , capace di guerreggiare e allora del numero di circa ventimila . Tali dunque essendo questi uomini e amministrando sempre in tal modo la loro città e la Grecia secondo giustizia , erano molto stimati in tutta Europa ed Asia , per la bellezza dei corpi e per la virtù d'animo , e celebrati più di quanti vivevano allora" .

Platone si rifà sempre alla sua idea di società giusta ed equilibrata. Quindi la domanda sulle origini di queste teorie platoniche rimane sempre la stessa. Abbiamo inoltre la conferma che Atene era la capitale indiscussa di tutta la Grecia.

"Ma ora diremo quali fossero fin da principio le condizioni dei loro antagonisti per comunicarle a voi , o amici , se non ci verrà meno la memoria di quel che udimmo da fanciulli . Ma prima del discorso occorre una breve descrizione , affinché non vi meravigliate , udendo spesso nomi greci di uomini barbari . Ve ne dirò il motivo . Solone, meditando di servirsi di quella narrazione per il suo carme , volle conoscere il significato dei nomi e trovò che quelli egiziani , che primi scrissero questa storia , li avevano tradotti nella loro lingua : ed egli a sua volta , preso il significato dei singoli nomi , li riferì traducendoli nella nostra lingua . Questi manoscritti erano presso il nonno e ora sono a casa mia , e quand'ero fanciullo li studiai diligentemente . Se dunque udirete questi nomi , che ho detto , non ve ne meravigliate , perché sapete il motivo". 

Da qui in poi inizia la storia di Atlantide.

Per quanto riguarda i nomi dei personaggi, noi non disponiamo dei nomi originali dei personaggi atlantidei, ma solo di traduzioni di Solone dall'Egiziano al Greco, che potrebbero essere anche imprecise. Inoltre i nomi egiziani a loro volta sono stati tradotti e quindi i nomi potrebbero non essere conformi agli originali.

"Questa lunga narrazione cominciava allora press'a poco così . Come si e' detto prima, gli dei si divisero a sorte tutta la terra , ottenendo chi grandi , chi piccole parti, e vi stabilirono per se' templi e sacrifici . Così anche Poseidone , avendo sortito l'isola Atlantide , collocò in un luogo dell'isola i figli avuti da donna mortale . Questo era il luogo: presso il mare , ma nel mezzo dell'isola , v 'era una pianura , che si dice essere stata la più' bella di tutte le pianure e abbastanza feconda . Presso la pianura , nel mezzo, a distanza di circa cinquanta stadi , v'era un monte basso da ogni parte . Vi abitava uno di quegli uomini , che colà da principio erano nati dalla terra, un certo Evenore , con la moglie Leucippe . Essi generarono una sola figlia , Clito" .

In principio nell'Isola di Atlantide sembra essere abitata da una coppia primigenia, ma non si può escludere che ci fossero altri uomini, poiché Platone non lo specifica.

"Quando la fanciulla fu in età da marito , la madre e il padre morirono , e Poseidone , preso d'amore , giacque con essa : e per ben fortificare il colle , in cui quella abitava , lo spezzò d'ogni intorno , e vi pose alternativamente cinte minori e maggiori di mare e di terra , due di terra e tre di mare , che quasi descrisse il cerchio dal centro dell'isola , ponendole ad egual distanza per ogni parte , cosicché non vi fosse accesso per gli uomini: perché a quel tempo non v'erano ancora navi ne' navigazioni" .

Qui si descrive la nascita della capitale di Atlantide, il cui nome in verità è sconosciuto. Comunque la tradizione vorrebbe chiamarla Posedia o Poseidonia o persino Cerne. Qui ci riferiamo a tempi antichissimi, quando ancora la civiltà non esisteva. Viviamo nel periodo in cui uomini e dei vivevano assieme. E' l'inizio dell'Età dell'oro!

"Egli , come dio , ornò facilmente la nuova isola formata nel mezzo: vi derivo' dal suolo due sorgenti d'acqua , l'una che scorreva calda , l'altra che scorreva fredda , e fé produrre alla terra nutrimento svariato e sufficiente . Avendo procreato cinque coppie di figli maschi , gli allevo' e , divisa tutta l'isola Atlantide in dieci parti , die' al primo dei figli più grandi la materna abitazione e il possesso circostante , ch'era il più' grande e il più' bello , e lo fece re degli altri : stabili' come sovrani anche gli altri fratelli , e a ciascuno diè l'impero di molti uomini e di molta terra" .

La fonte calda deriva sicuramente da un'attività vulcanica dell'isola. Inoltre il fatto che Atlantide producesse una grande quantità di cibo attraverso l'agricoltura potrebbe far pensare a un suolo vulcanico, molto ricco di sostanze nutritive per le piante.

"E impose i nomi a tutti , e prima al più' grande e re , dal quale tutta l'isola e il mare , detto Atlantico , ebbe il nome , perché quello che allora regno' per il primo fu chiamato Atlante . Il suo gemello e nato dopo di lui , a cui era toccata l'estrema parte dell'isola verso le colonne d'Ercole , presso quella regione che ora in quel tratto e' detta Gadirica , ebbe il nome greco di Eumelo , che nella loro lingua si dice Gadiro : e dal suo nome poté denominarsi quella contrada . Quelli del secondo parto , li chiamo' l'uno Anfere , l'altro Evemone ; quelli del terzo , il primo nato Mneseo , quello nato dopo Autoctono ; quelli del quarto , il primo Elasippo , l'altro Mestore: a quelli del quinto , al primo fu posto nome Azae, al secondo Diaprepe" .

Atlante non è da identificarsi esattamente con il gigante omonimo figlio di Giapeto e di Climene (oppure Asia ), ma comunque alcuni aspetti della vita dell'eroe sono interessanti: secondo la mitologia si trova nell'estremo occidente, nel paese delle Esperidi. Zeus lo condannò a reggere sulle spalle il cielo, dopo la vittoria sui giganti. Da questa leggenda vennero denominati i monti marocchini d'Atlante ( Erodoto fu il primo a dare questo nome a questa catena montuosa ).

Per quanto riguarda gli altri figli, tranne Azae e Diaprepe, si ritrovano nella mitologia omerica e greca, ma si riferiscono ad altri personaggi. Comunque sappiamo che successivamente Diaprepe venne avvicinato al mito delle Esperidi, le quali sono prossime al mito di Atlante. Inoltre sappiamo grazie a Plinio il Vecchio ed Avieno che esiste una città chiamata Gadir in Africa.

"Tutti questi e i loro discendenti per molte generazioni vi abitarono , dominando su molte altre isole di quel mare , e inoltre imperando alle genti di qua , come anche prima fu detto , fino all'Egitto e alla Tirrenia . La stirpe di Atlante fu numerosa e onorata , e tramandando sempre il re più vecchio il regno al maggiore dei figli , lo conservavano per molte generazioni , e possedevano tanta copia di ricchezza , quanta non ne fu mai per l'innanzi in alcuna dominazione di re , né mai facilmente sarà nell'avvenire , e avevano accumulato tutto quello che nella città e nella rimanente regione occorreva accumulare" .

L'isola quindi si regge in modo giusto e possiede un impero marittimo molto esteso. Questa potenza politica permette ad Atlantide di essere un paese molto ricco e senza alcun bisogno di importare materie prime. Quindi i dieci re di Atlantide si passavano di padre in figlio il potere, ma il re principale rimaneva sempre quello discendente di Atlante.

Una curiosità: Claudio Eliano nell'opera " La natura degli animali " ci descrive una particolarità dell'abbigliamento dei re di Atlantide:

Secondo una diceria diffusa presso la gente che abita le rive dell'Oceano, gli antichi re dell'Atlantide, nati dalla stirpe di Poseidone, portavano sul capo le bende che si vedono attorno alla testa dei montoni marini (forse identificabili con l'Orca Gladiator): esse erano l'emblema della loro autorità, le loro mogli, cioè le regine, portavano invece dei riccioli come segno del comando.

"Molte cose in grazia della loro potenza venivano ad essi dal di fuori , moltissime ne forniva l'isola stessa per le necessità della vita , e in primo luogo tutte le sostanze solide e fusibili , che si scavano dalle miniere : e quel metallo che ora solo si nomina , allora era più che un nome , l'oricalco , che in molti luoghi dell'isola si scavava dalla terra , ed era a quel tempo il più prezioso dopo l'oro" .

L'isola era ricca di metalli e ve ne erano di ogni tipo, ma il più famoso e misterioso era l'oricalco. Non si sa di preciso quale tipo di metallo sia, ma sono state avanzate alcune ipotesi. Secondo un passo di Filopono, l'oricalco era in realtà l'ottone. Secondo altri era una lega di bronzo simile all'oro, formata da rame e da piccole parti di stagno, piombo e zinco.

"E quanto appresta la selva all'opera dei legnaiuoli , tutto produceva l'isola in abbondanza , e cosi' nutriva a sufficienza animali mansueti e selvaggi . V'era in essa anche grandissima quantità' d'elefanti: perché per gli altri animali , quanti pascolano nelle paludi , nei laghi e nei fiumi , e quanti sui monti e sui campi , per tutti v'era pascolo abbondante , e cosi' anche per quest'animale , ch'è il più' grande e il più' vorace" .

L'isola possiede inoltre una grande quantità di fauna. E' fatta menzione dell'elefante: potremmo quindi supporre che nell'epoca dell'isola Atlantide ci potessero essere dei mammut (che vivevano proprio nel periodo dell'ultima glaciazione ai tempi di Atlantide) piuttosto che elefanti.

"Inoltre quanti profumi la terra ora fornisce di radici o d'erba o di legna o di succhi stillati dai fiori o dai frutti , tutti questi allora produceva e forniva bene . Cosi i frutti molli o duri , che ci servono di nutrimento , e quelli che usiamo per cibo e che chiamiamo legumi, e i frutti legnosi , che ci danno bevande , alimenti e unguenti , e i frutti scorzuti che , usati per gioco e diletto , difficilmente si ripongono , e quelli che come eccitanti contro la sazietà poniamo nelle seconde mense per compiacere allo stomaco stanco , tutti questi frutti quella sacra isola , che allora stava sotto il sole , produceva belli e meravigliosi e infiniti di numero" .

La stessa vegetazione atlantidea forniva ogni genere di cibo per il sostentamento. Concludendo possiamo dire che in condizioni così ottimali, la civiltà sarebbe prosperata facilmente in una tale isola, possedendo gran parte delle risorse necessarie per l'uomo.

"Prendendo dunque tutte queste cose dalla terra , costruirono templi, regge, porti , arsenali , e abbellirono la rimanente regione in quest'ordine . Anzitutto le cinte di mare , che stavano intorno all'antica metropoli , le congiunsero con ponti , formando una via tra il di fuori e la reggia . Avevano eretto subito fin da principio la reggia in questa sede del dio e degli antenati , e i re , ricevendola l'uno dall'altro , vieppiù' l'adornavano , e ciascuno cercava di superare sempre , per quant'era possibile , il predecessore , finché si formò un'abitazione stupenda a vedere per la grandezza e la bellezza delle opere" .

La ricchezza e la potenza atlantidea avevano permesso agli abitanti dell'isola di svilupparsi enormemente e di permettere la costruzione di imponenti edifici. La stessa reggia deve essere stata un continuo cantiere , poiché ogni re voleva lasciare una propria impronta a testimonianza della propria gloria. La reggia era il centro in cui gravitava tutta la società atlantidea, e quindi era il miglior edificio per lasciare in modo tangibile il ricordo di se stessi.

"Infatti , cominciando dal mare , condussero fino all'ultima cinta ( la prima venendo dal mare ) una fossa larga tre plettri , profonda cento piedi , lunga cinquanta stadi , e con essa diedero accesso alle navi dal mare fino a quella cinta , come in un porto , allargandone la bocca in modo che potessero entrarvi le navi più' grandi . E le cinte di terra , che separavano quelle di mare , le perforarono lungo i ponti tanto che potesse passarvi una trireme alla volta, e le ricopersero con tetti di modo che la navigazione si compisse di sotto : perché gli orli delle cinte terrestri si elevavano abbastanza sopra il mare . Ma la più grande delle cinte , con la quale comunicava il mare , era larga tre stadi ( 532,8 metri) , e quella successiva di terra era uguale ad essa : delle due cinte seguenti , la marittima era larga due stadi ( 355,2 metri ) , la terrestre era uguale alla marittima precedente : infine d'uno stadio ( 177,60 metri ) era quella che circondava l'isola nel mezzo" .

Un plettro (=100 piedi) corrisponde a 29,60 metri, e uno stadio equivale a 177,60 metri. La città di Atlantide era organizzata su anelli di terra e d'acqua su cui avvenivano gli scambi commerciali e tutti i più importanti affari e incontri. Il porto deve essere stato frequentato da migliaia di marinai provenienti dalle Americhe, da altre isole dell'Atlantico, dal Mediterraneo e dall'Africa. Atlantide era una sorte di ponte commerciale tra i territori che si affacciano sulla costa occidentale dell'Atlantico e coloro che vivono nella parte orientale. La fossa nella quale passavano le imbarcazioni era lunga 8 km e 880 metri, larga 88,8 metri e profonda 29,60 metri!

"L'isola , in cui stava la reggia , aveva il diametro di cinque stadi ( 888 metri). Questa d'ogni intorno e le cinte e il ponte largo un plettro ( 29,60 metri ) li rivestirono da una parte e dall'altra con un muro di pietra , imponendo torri e porte sui ponti lungo tutti i passaggi del mare . E d'ogni intorno sotto l'isola , ch'era nel mezzo , e sotto le cinte di fuori e di dentro tagliarono delle pietre , alcune bianche , altre nere , altre rosse , e cosi' scavarono nell'interno dell'isola due bacini profondi con la stessa roccia per copertura . E gli edifizi , alcuni ne formarono semplici , altri per diletto con varia mescolanza di pietre , dando a ciascuno la sua giocondità' naturale" .

La città era ben fortificata e munita di torri. Questo fa ben capire che non era un vero paradiso terrestre, ma piuttosto Atlantide era costantemente in guerra per il predominio politico ed economico. Le pietre bianche, nere e rosse sono colori di pietre tipicamente vulcaniche che sono abbondanti ad Atlantide, essendo isola vulcanica. 

Sappiamo grazie al Berlitz che: 

"questo particolare accenno alle pietre con cui venivano costruiti gli edifici di Atlantide trova un'inaspettata conferma nei colori prevalenti delle rocce presenti nelle isole Azzorre: anch'esse bianche, nere e rosse".

Inoltre l'isola abbondava grandemente di queste pietre, che costituivano il principale materiale edilizio.

"E rivestirono di bronzo , a guisa di vernice , tutto il percorso del muro della cinta esteriore , e spalmarono di stagno liquefatto quello della cinta interiore, e d'oricalco dai riflessi ignei quello della stessa acropoli . Ma la reggia nell'interno dell'acropoli fu costruita cosi' . Nel mezzo il tempio sacro a Clito e a Poseidone vi era stato lasciato inaccessibile , circondato d'una muraglia aurea : in questo tempio avevano da principio generato e messo alla luce la stirpe dei dieci regoli , cola' ogni anno da parte di tutti i dieci regni si compivano a ciascuno di essi i sacrifizi ordinari . Il tempio di Poseidone era lungo uno stadio ( 177,60 metri ) , largo tre plettri (88,8 metri ), d'altezza proporzionata a queste dimensioni , e con qualcosa di barbarico nell'aspetto . Rivestirono d'argento tutto il tempio al di fuori fuorché' gli acroteri , e d'oro gli acroteri : nell'interno la volta si vedeva tutta d'avorio ed era screziata d'oro e d'oricalco , e tutto il resto delle pareti , delle colonne e del pavimento lo ricopersero d'oricalco . Vi collocarono statue d'oro , e il dio ritto sul carro , auriga di sei cavalli alati , tanto grande che toccava con la testa la volta , e cento Nereidi all'intorno sopra delfini : perché' allora credevano ch'egli ne avesse tante . E v'erano molte altre statue dedicate da privati . Di fuori intorno al tempio stavano le immagini auree di tutti , delle donne e d'ogni discendente dei dieci re , e molte altre grandi offerte di re e di privati o delle stesse città' o di quelle straniere , a cui imperavano . L'altare per la grandezza e per l'arte conveniva a questo apparato , e similmente la reggia era conforme alla grandezza dell'impero e all'ornamento del tempio".

La descrizione del tempio a prima vista appare favolosa. In realtà il tempio potrebbe assomigliare ad un tempio greco anche se le misure e i materiali non sono presenti in tali proporzioni nell'arte greca. L'utilizzo copioso di metalli preziosi e la grandezza della statua di Poseidone, dio del mare, rappresenta la ricchezza e la maestosità dell'impero Atlantideo. Inoltre il tentativo di descrivere il tempio non potrebbe aver centrato esattamente il suo obiettivo descrittivo. Infatti l'uomo descrive attraverso gli oggetti e i materiali che conosce e li paragona a cose a lui sconosciute. Ad esempio se un babilonese vedesse un aereo, potrebbe rappresentarlo come un " uccello fiammeggiante" "un carro celeste" od altro ancora. Quindi i materiali potrebbero essere di altro tipo, le statue rappresentanti altri personaggi, ecc. Questo discorso riguardo la descrizione vale per ogni testo che si consulti.

Riguardo alle Nereidi, Pierre Grimal dice: 

"Le Nereidi sono divinità marine, figlie di Nereo e di Doride, e nipoti d'Oceano.[...] Il loro numero è, di solito, di cinquanta; ma talvolta, salgono a cento". 

La lista delle Nereidi che il Grimal completa sono di 77 Nereidi, che si avvicina di più al numero di Platone. Inoltre l'autore aggiunge che persino le pitture dei vasi nominano ancora altre Nereidi.

Ho voluto precisare la questione del numero delle Nereidi, poiché qualche studioso aveva criticato Platone, sostenendo di ingrandire di proposito il loro numero. Sebbene la tradizione dica che sono 50, Platone, giustamente, ha voluto andare oltre la tradizione e controllare personalmente il vero numero delle Nereidi, che, come abbiamo visto sono di più. Ciò ci assicura più veridicità al testo di Platone, poiché l'autore sembra essere abbastanza critico nei confronti della tradizione.

"Avevano due fonti , l'una fredda e l'altra calda , molto copiose e adatte mirabilmente ad ogni uso per il diletto e la virtù' delle acque. E vi stabilirono intorno case e piantagioni d'alberi , che amano l'umidità' , e anche vasche , quali a cielo scoperto , quali invernali e coperte per i bagni caldi , da una parte quelle del re , da un'altra quelle dei cittadini , altrove quelle delle donne , altrove ancora quelle dei cavalli e delle altre bestie da soma , dando a ciascuna l'ornamento adatto . L'acqua corrente la conducevano nel bosco di Poseidone , che per la fecondità della terra aveva alberi d'ogni genere , di bellezza e altezza meravigliosa , e parte ne derivavano nelle cinte esteriori mediante canali lungo i ponti" .

Qui Platone continua la descrizione della bellezza della città, divenuta così ricca in seguito a lotte e guerre per lo sviluppo dell'impero Atlantideo.

"Ivi erano stati costruiti molti templi consacrati a molte divinità , molti giardini e ginnasi , alcuni per gli uomini , altri per i cavalli in disparte in ciascuna delle due cinte che formavano come delle isole : e oltre gli altri v'era nel mezzo della maggiore delle isole un ippodromo scelto per essi , largo uno stadio , e nella sua lunghezza per tutto il giro dell'isola era lasciato alla gara dei cavalli . Intorno a questo , dall'una parte e dall'altra v'erano caserme destinate alla moltitudine degli armati : ai più' fedeli era stato assegnato il presidio della cinta più' piccola e più' vicina all'acropoli , ma ai più' insigni di tutti per fede erano state date abitazioni dentro l'Acropoli presso gli stessi re. Gli arsenali erano pieni di triremi e di tutti gli apparecchi necessari alle triremi , tutti in buon ordine . E cosi' era disposta l'abitazione dei re" .

A quanto dice Platone gli Atlantidei erano politeisti o comunque enoteisti. Propenderemmo più per un ipotesi enoteista. Infatti il dio principale è Poseidone (non è comunque detto che il dio principale degli Atlantidei fosse il dio del mare. Vedi il discorso sulla descrizione. ) e gli altri dei potrebbero solamente essere le manifestazioni della divinità ( come una sorta di santi ).

Il fatto che esistano caserme ed arsenali confermano l'ipotesi di un'Atlantide costantemente in guerra. Inoltre tanta moltitudine di armati nella città potrebbe far pensare ad un regime tirannico.

"Ma di la' dei tre porti esteriori cominciava dal mare un muro circolare , distante per ogni parte cinquanta stadi ( 8880 metri) dalla più' grande cinta e dal più' grande porto , e ritornava nello stesso punto presso la bocca della fossa situata presso il mare . Tutto questo luogo conteneva molte e frequenti abitazioni , e il canale e il porto più ' grande eran pieni di navigli e di mercanti che venivano da ogni parte del mondo e sollevavano giorno e notte clamore e tumulto vario e strepito per il loro gran numero" .

Quindi il raggio della città di Atlantide era di circa: 11 Km e 278 metri! Qui si conclude la descrizione della città. Ora si passa a quella della restante regione dell'isola di Atlantide.

"Dunque ora ho riferito press'a poco quanto allora si diceva della città' e dell'antica abitazione, ma occorre che teniamo di ricordare qual fosse la natura della restante regione e il suo ordinamento . Si diceva primamente che tutto il luogo fosse molto alto e scosceso dalla parte del mare , e tutt'intorno una pianura circondasse la città' , e questa pianura , cinta in giro da monti discendenti fino al mare , fosse liscia e uniforme e tutta oblunga , di tremila stadi da una parte e di duemila dal mare fino al centro".

2000 stadi=355200 metri=355,200 Km

3000 stadi=532800 metri=532,800 Km

Area della pianura: 189250,56 Km2

"Questo tratto di tutta l'isola era volto a mezzodì' e riparato dai venti di settentrione . I monti che lo cingevano si diceva che superassero per numero, grandezza e bellezza tutti quelli ora esistenti , e chiudevano tra loro molti villaggi , ricchi d'abitanti , e fiumi e laghi e prati , che fornivano nutrimento sufficiente a tutti gli animali domestici e selvaggi , e selva copiosa e svariata , che porgeva materiale abbondante a tutti i lavori in generale e a ciascuno in particolare . Cosi' dunque questo piano era stato fatto da natura e dall'opera di molti re in molto tempo . Era esso un quadrangolo per la maggior parte retto e oblungo , e dove veniva meno , lo rendeva dritto una fossa scavata all'intorno . Non e' credibile quel ch'è stato tramandato sulla profondità e larghezza e lunghezza di questa fossa , che cioè , come opera umana , avesse oltre al restante lavoro tali dimensioni ; pero' bisogna dire quel che abbiamo udito . Era stata scavata con la profondità' di un plettro ( 29,60 metri )con larghezza d'uno stadio (177,60metri) in ogni punto , ed essendo condotta per tutta la pianura ne conseguiva che ne avesse la lunghezza di diecimila stadi (1776Km). Riceveva i corsi d'acqua , che scendevano dalle montagne , e girando intorno la pianura raggiungeva d'ambo le parti la città' , donde andava a versarsi nel mare . Dalla parte superiore di questa fossa canali larghi circa cento piedi ( 29,6 metri ) , dopo aver tagliato in linea retta il piano , ritornavano ad essa presso il mare , e distavano cento stadi ( 17,76 Km) gli uni dagli altri . Per essa trasportavano i materiali dai monti nella città e gli altri prodotti delle stagioni su navi , perché scavando trasversalmente passaggi navigabili avevano messo in comunicazione i canali tra loro e con la città . E due volte all'anno raccoglievano i frutti della terra , giovandosi d'inverno delle piogge e bagnando d'estate i prodotti della terra con le acque dei canali" .

Atlantide era protetta da una massiccia catena montuosa dai venti del nord il che rendeva il clima così mite. Atlantide disponeva di un efficientissimo sistema di irrigazione e di canali così grandi che anche Platone stenta a crederci! Atlantide potrebbe definirsi la Venezia del passato!

"In quanto alla moltitudine degli uomini che nel piano erano utili alla guerra , era stato stabilito che ogni divisione presentasse un capo , e la grandezza d'ogni divisione era di cento stadi ( 3,15 Km2 circa) , e tutte le divisioni erano sessantamila ( 189000 Km2 circa) . Ma il numero dei montanari e di quelli della restante regione si diceva che fosse infinito , e secondo le località e i villaggi furon distribuiti tutti in queste divisioni e aggregati ai loro capi . Era stabilito che ogni capo fornisse per la guerra la sesta parte d'un carro di guerra fino a formarne diecimila , e due cavalli con cavalieri, e inoltre una coppia di cavalli senza carro , che avevano un combattente armato di piccolo scudo e un auriga oltre il cavaliere di ciascun cavallo , e poi due opliti , due arcieri e due frombolieri , tre armati alla leggera , tre scagliatori di pietre e tre di giavellotti , e quattro marinai per riempire mille e duecento navi . Tale era l'ordinamento delle forze militari nella provincia del re supremo : in ciascuna delle altre nove era diverso , ma sarebbe lungo riferirlo" .

La superficie di Atlantide, ai tempi della distruzione (perché Platone si riferisce proprio al periodo in cui avvenne il grande scontro con Atene), a nostro avviso non doveva essere molto superiore della superficie della pianura. Pensiamo quindi che fosse circa i due terzi della superficie italiana ( 301277 Km2 ).

L'organizzazione militare appare abbastanza antica e vicina all'antichità di Platone. Tuttavia potrebbe riguardare sempre lo stesso discorso della descrizione.

"Le magistrature e le cariche erano state cosi' ordinate da principio . Ciascuno dei dieci re nella sua provincia e città' sovrastava agli uomini e al maggior numero delle leggi, punendo e uccidendo chiunque egli volesse".

Platone ci conferma qui il regime tirannico che vigeva ad Atlantide.

"Ma il governo generale e i rapporti fra i re erano regolati secondo gli ordini di Poseidone, come li avevan tramandati ad essi la legge e le lettere scritte dai primi re sopra una colonna di oricalco , ch'era posta al centro dell'isola dentro il tempio di Poseidone . Ivi si radunavano alternativamente ogni cinque e ogni sei anni , dando lo stesso turno al numero pari e al dispari , e radunati discutevano gl'interessi comuni e ricercavano se alcuno avesse trasgredito la legge e lo giudicavano" .

Atlantide era quindi una sorta di federazione di stati governati da monarchie assolute.

"E quando dovevano giudicare , prima si davano tra loro questa fede : dopo aver lasciati liberi dei tori nel tempio di Poseidone , i dieci re lasciati soli pregavano il dio di scegliere la vittima che gli fosse gradita , e si mettevano a cacciarla senza ferro , ma con legni e lacci , e quello dei tori che avessero preso , lo conducevano verso la colonna e lo sacrificavano sulla sommità di questa sopra le lettere . Nella colonna oltre le leggi v'era un giuramento che imprecava grandi maledizioni ai disobbedienti . Quanto dunque , dopo aver compiuto il sacrifizio secondo le loro leggi , avevano consacrato tutte le membra del toro , versavano in una coppa una goccia di sangue ciascuno , e purificata la colonna gettavano il resto nel fuoco . Di poi attingevano con tazze d'oro dalla coppa e , libando sul fuoco , giuravano di giudicare secondo le leggi scritte sulla colonna e di punire chi per l'innanzi avesse trasgredito le leggi e di non trasgredirle volontariamente nell'avvenire e di non governare essi stessi e di non obbedire a chi governasse , se non in conformità delle leggi del padre" .

Lo strano e violento sacrificio del Toro suscita stupore. Il sacrificio del Toro era tipico nel culto di Poseidone nelle culture Mediterranee. Tuttavia era presente in altre culture mondiali. Ad esempio, come ci ricorda Ennio La Malfa in " Viaggiando alla ricerca di civiltà perdute" ritroviamo il culto del toro nell'India pre-ariana, in Mesopotamia, in Egitto, in Atlantide, secondo Platone, a Creta, e in particolare nel culto di Dioniso e nella religione misterica di Zoroastro e di Mithra.

Santorini = Atlantide?!

Alcuni archeologi inoltre hanno ipotizzato che Atlantide fosse da collocarsi nell'Egeo e precisamente nell'Isola di Santorini. Infatti sappiamo che circa nel 1640 a.C. ( oppure 1400 a.C. - sulla data precisa ci sono ancora dei problemi) Santorini ( Thera in greco) esplose in una spaventosa eruzione vulcanica, distruggendo la città minoica sull'isola e ricoprendola di detriti. La città fu scoperta da Spiridon Marinatos, un archeologo greco, alla fine degli anni '60 e si rivelò una vera e propria " Pompei dell'Egeo".

Sebbene la catastrofe di Santorini sia stata veramente rovinosa, non si può assolutamente accostare al mito di Atlantide e ora dimostreremo perché.

Ecco cosa sostengono gli archeologi per provare Santorini = Atlantide:

- il culto del toro di Atlantide si ritrova nella cultura minoica.

E' vero che a Creta era presente il culto del Toro, ma come detto anche prima la cultura del toro era diffusa in molti luoghi del mondo e quindi Atlantide potrebbe essere collocata ovunque.

- La grande catastrofe di Thera è riconducibile a quella di Atlantide.

In tutta la storia del mondo ci sono state grandi catastrofi quindi Atlantide potrebbe essere esistita e distrutta anche quando si estinsero i dinosauri!

- L'errore del decuplo.

Sembra che la fine di Thera sia avvenuta 900 anni prima di Solone e secondo il sismologo Galanopoulos lo scriba egizio avrebbe confuso il simbolo del 100 con quello del 1000. Ciò è impossibile perché i due simboli sono così diversi che confonderli sarebbe stato impossibile. Sarebbe stato come confondere la A con la C!

- Rocce simili

L'isola di Santorini è formata da rocce bianche , rosse e nere, come Atlantide.

Ciò proverebbe che Santorini è Atlantide. In verità questo tipo di rocce si ritrovano alle Azzorre e alle Canarie.

- Colonne d'Ercole

Secondo gli scienziati pro - Thera = Atlantide, l'affermazione che l'isola di Platone si trovava oltre le colonne d'Ercole sarebbe da reinterpretare. Infatti, sostengono gli archeologi, mano a mano che le conoscenze geografiche di Greci ed Egizi aumentavano, venivano anche spostati i confini del mondo conosciuto. Ciò è fuori discussione poiché Greci e gli Egizi conoscevano benissimo che le colonne d'Ercole si trovavano dove sono sempre state e cioè nell'attuale stretto di Gibilterra. Egizi e Greci conoscevano bene i Fenici, i quali commerciavano con le popolazioni che si trovavano oltre le colonne d'Ercole ed arrivavano persino dal 1300 a.c. da Sidone fino al Nord Europa ( Inghilterra ) e alle isole Canarie, Azzorre e Madeira. Inoltre lo stesso re Salomone di Israele commerciava con la famosa città di Tartesso, che tutti sapevano che si collocava vicino allo Stretto di Gibilterra in Spagna. Inoltre tutte le misure e la stessa collocazione geografica che Platone ci trasmette della terra di Atlantide non permettono assolutamente di collocare l'Atlantide nell'Egeo!

"Cosi' pregava ciascuno di essi per sé e per la sua stirpe , e dopo aver bevuto dedicavano la tazza nel tempio del dio e attendevano al pasto e alle altre cose necessarie . Venuta la tenebra e consumato il fuoco del sacrifizio , tutti indossavano le più' belle vesti azzurre , e sedevano in terra presso le ceneri del sacrifizio , e di notte , spento tutto il fuoco nel tempio , eran giudicati e giudicavano , se alcuno avesse accusato un altro d'aver violato le leggi . Reso il giudizio , al ritorno della luce lo scrivevano su una tavola d'oro , e lo dedicavano come ricordo insieme con le vesti . E avevano molte altre leggi particolari intorno alle attribuzioni di ciascun re , e sopra tutto di non combattersi mai tra loro e d'aiutarsi tutti , se mai alcuno di essi tentasse scacciare in qualche città la stirpe regia , e di deliberare in comune , come i loro antenati , quel che credessero opportuno intorno alla guerra e alle altre faccende , lasciando il comando supremo alla stirpe atlantica . Ne' il re poteva condannare a morte alcuno dei suoi parenti senza il consenso di più' della meta' dei dieci re . Tanta e tale era allora in que' luoghi questa potenza , che il dio , secondo la tradizione , raccolse e diresse contro il nostro paese per il seguente motivo" .

Concludendo, i re formavano una sorta di consiglio amministrativo, nel quale si decidevano le questioni amministrative e politiche più importanti. Sembra proprio che la costituzione atlantidea si trovasse su una colonna e che le sorti d'Atlantide si decidessero solamente in questa assemblea e nella reggia di ciascun re. Forse la stirpe atlantica apparteneva ad un'altra civiltà più antica che conquistò e sottomise gli atlantidei antichissimi. Il mito di Poseidone e Clito potrebbe essere interpretato come l'arrivo ad Atlantide di una civiltà marittima più potente che alla fine si mescolò con un piccolo gruppo di Atlantidei che divennero la classe dirigente dello Stato. Si potrebbe parlare quasi dell'incontro di due razze umane, visto che ai tempi dell'alba di Atlantide c'erano ancora in circolazione i Neanderthal e i Cro-Magnon. Forse ad Atlantide nacque la razza umana sorta dall'incontro di queste due razze; forse tra l'intelligenza dei Neanderthal ( ricordo che il cervello di questi uomini era più sviluppato di quello Cro-Magnon) e le ottime capacità fisiche dei Cro-Magnon ? Forse nuovi scavi faranno nuova luce su questo fatto.

"Durante molte generazioni , finche' basto' ad essi la natura divina , quegli uomini furono obbedienti alle leggi e animati amichevolmente verso il nume della loro schiatta . Perché' nutrivano sentimenti sinceri e in tutto grandi , usavano moderazione e saviezza in tutti i casi occorrenti e nei loro rapporti : pero' disprezzando tutto , fuorché' la virtù' , consideravano poco le cose presenti e sopportavano pazientemente come un fardello la mole dell'oro e degli altri possessi . E non già' si lasciavano inebriare dal lusso , ne' , perduto il dominio di se' per la ricchezza , andavano in rovina , ma nella loro saviezza acutamente osservavano che tutte queste cose s'accrescono per l'amicizia comune con la virtù' , mentre , se si ricercano con troppo zelo e ardore , esse periscono e cosi' pure la virtù' . Finche' dunque ragionarono cosi' e conservarono la natura divina , s'accrebbe ad essi tutto quello che prima abbiamo enumerato . Ma quando l'essenza divina , mescolatasi spesso con molta natura mortale , in essi fu estinta , e la natura mortale prevalse , allora , non potendo sopportare la prosperità presente , degenerarono , e a quelli che sapevano vedere apparvero turpi per aver perduto le più belle delle cose più preziose ; ma quelli , che non sapevano vedere la vera vita rispetto alla felicità , allora specialmente li giudicarono bellissimi e beati , mentr'eran pieni d'ingiusta albagia e prepotenza . Ma Giove , il dio degli dei , che governa secondo le leggi , avendo compreso, come quello che sa vedere queste cose , la degenerazione d'una stirpe già buona , pensò di punirli , affinché castigati divenissero migliori ; e convocò tutti gli dei nella loro più augusta sede , ch'è nel centro di tutto l'universo e vede tutto quello che ha sortito nascere; e convocatili disse ..."

Qui si interrompe la narrazione del "Crizia "e gli storici moderni hanno a lungo discusso su come spiegare questa interruzione . Probabilmente la parte finale è andata distrutta durante l'incendio della Biblioteca d'Alessandria ( Egitto-640 d . c ) o nel periodo medievale . Altri storici pensano che Platone abbia interrotto la stesura per dedicarsi esclusivamente al " III libro delle Leggi " , che tratta della storia più' antica dell'uomo .

Se avessimo avuto a disposizione la parte finale del Crizia a quest'ora ne avremmo saputo molto di più sul continente perduto. Tuttavia il racconto di Atlantide era verso la fine e, con l'aiuto del "Timeo", praticamente sappiamo come andò a finire. Infatti Giove, a causa della corruzione degli atlantidei decise di distruggerli facendo sprofondare l'isola in seguito a terremoti. Ma esattamente come fu distrutta Atlantide?

La fine di Atlantide

E' ormai certo che con la fine dell'ultima glaciazione, avvenuta in modo improvviso nel XI millennio a.C. , ci siano stati molti sconvolgimenti di natura climatica e geografica su tutta la terra. Infatti una delle prove più eclatanti di questi mutamenti è l'estinzione dei Mammut, che in Siberia perirono tutti nel giro di poche ore a causa di un congelamento repentino dei loro corpi (infatti si può trovare ancora oggi giorno negli stomaci congelati di questi animali quello che avevano mangiato prima di morire, grazie a cui, sappiamo che prima dell'ultima glaciazione la Siberia era molto più calda). Inoltre lo scioglimento dei ghiacci deve aver sommerso molte terre in molti luoghi del pianeta e provocata l'emigrazione di centinaia di migliaia di persone verso altre zone non allagate ( per fare un esempio, un tempo le isole britanniche, Scandinavia ed Europa erano un corpo solo. La Sicilia era unita alla Calabria e la pianura padana si estendeva fino circa Pescara, le isole Bahamas erano costituite da una grande massa di terra, in Polinesia e in Oceania c'era una serie di isole molto grandi, ecc...). A mio avviso, questo grande scioglimento dei ghiacci, questo enorme innalzamento delle acque e queste apocalittiche alluvioni sono state ricordate dall'uomo come il diluvio universale. Infatti la leggenda del diluvio è presente in quasi tutte le culture del mondo e viene raccontata più o meno allo stesso modo in quasi in tutti i miti. Ma che cosa scatenò il rapido scioglimento dei ghiacci? (infatti i miti del diluvio parlano di piogge e alluvioni talmente potenti da aver "inondato tutta la terra"). I miti raccontano che prima del diluvio " il cielo cadde sulla terra" e che "la terra si era inclinata". Inoltre si dice che un grande oggetto di fuoco abbia solcato il cielo portando grandi catastrofi e distruzioni. Tutto questo può far ipotizzare che circa dodicimila anni fa cadde un meteorite sulla terra che sconvolse il nostro pianeta. Ciò che ha attratto la mia attenzione e mi ha spinto ad approfondire questa questione è stato il "Timeo" di Platone, che abbiamo analizzato prima. Come si può leggere nel "Timeo", il sacerdote di Sais e Solone discussero sul mito di Fetonte e il primo disse a Solone che questo mito voleva solo spiegare come una cometa, deviata dall'orbita originale, fosse caduta sulla terra. Siccome la presenza di un oggetto celeste caduto sulla terra è testimoniata anche da altri miti del mondo, non mi è sembrato un caso che Platone abbia parlato proprio di questo mito. Ovvero: Platone inserendo questo mito, ha voluto svelarci in che modo Atlantide e la sua civiltà furono distrutte. Quindi, a mio avviso, circa nell' XI millennio a.C., un oggetto celeste cadde sulla terra e distrusse le civiltà precedenti all'attuale, tra cui Atlantide, anche se si può ipotizzare che il trattare della distruzione di questa fosse comprensivo della fine di eventuali altre. Il meteorite, secondo la mia interpretazione dei miti che accennano a questo fatto, dovrebbe essere caduto nell'emisfero boreale, probabilmente nell'Oceano Atlantico settentrionale ( l'Eridano viene situato dagli antichi nell'nord Europa, identificato o con il Danubio o con il Rodano o con il Po o con lo stesso Oceano Atlantico) e avrebbe causato la fine dell'ultima glaciazione con tutte le conseguenze tra cui la fine della civiltà atlantidea. L'impatto del meteorite con l'Oceano avrebbe dovuto creare un enorme maremoto ed il calore dello stesso avrebbe dovuto vaporizzare milioni di metri cubi di acqua provocando perturbazioni violentissime e devastanti che si sarebbero dovute abbattere su tutto il mondo. Certamente per chi viveva nelle isole dell'Oceano non ci fu scampo. Ma qualcuno si salvò e mantenne il ricordo della passata civiltà antidiluviana e della sua distruzione. Si recarono nell'America centrale e meridionale, nell'Africa occidentale e nel Mediterraneo, dove probabilmente diedero un primo impulso alla futura civiltà egiziana. Questi ultimi discendenti degli Atlantidei, portatori degli ultimi elementi dell'antica civiltà, sembrarono dei ai popoli imbarbariti dalle distruzioni portate da questa calamità in quanto possedevano oggetti e conoscenze che nessuno deteneva da molto tempo e che erano rimaste solo nei ricordi e nelle leggende degli avvenimenti passati. Questi ultimi possessori della civiltà probabilmente tentarono di istruire nuovamente le persone all'agricoltura, alla scienza e ad altre discipline utili, ma a causa del loro numero esiguo e dell'impossibilità di ricostruire la civiltà per le troppe distruzioni, le antiche conoscenze furono perdute e tramandate in modo frammentario e fantastico. Forse le stesse popolazioni locali si ribellarono ai civilizzatori o questi ultimi si sterminarono tra loro per il controllo del potere. Comunque pare che gli ultimi Atlantidei abbiano lasciato qualche vestigia a testimoniare la loro presenza in un certo periodo della storia della terra. I monumenti furono costruiti utilizzando una simbologia in grado di essere capita finché l'uomo potrà scrutare il cielo e capire le sue leggi: l'astronomia. Sembra che gli ultimi superstiti dell'ultima civiltà ci abbiano voluto avvisare che circa nell' XI millennio a.C. ci fu una grave sciagura che si abbatté sull'umanità e che la loro civiltà fu sterminata da un grave pericolo proveniente dal cielo, mettendoci in guardia sul fatto che una simile calamità potrebbe distruggere la nostra civiltà. Infatti molti siti archeologici americani, europei ed africani sembra che siano allineati astronomicamente verso una certa data che corrisponde circa al periodo della distruzione della civiltà precedente. Negli ultimi anni un gruppo di studiosi indipendenti tra i quali , John A. West, Graham Hancock e Robert Bauval sostengono nei loro libri che l'altopiano di Giza, in Egitto, sia in realtà un grande segnatempo indicante anche lo Zep-Tepi : l'età dell'oro egiziana (circa 10000 a.c.). Questo periodo appunto corrisponderebbe al periodo che abbiamo citato più volte. Rimane un'altra questione importante da affrontare, che è in verità la base di tutta una nuova scienza archeologica ( l'atlantologia, che oggi è considerata dalla scienza ufficiale al pari dell'ufologia!) che potrebbe nascere con la scoperta della civiltà atlantidea. La questione è: dove si trova Atlantide? A coloro che mi fanno questa domanda rispondo sempre così: "Questa è una grande domanda, ma non si può dare un altrettanto grande risposta". Il continente perduto è stato collocato un po' dappertutto e si possono fare soltanto delle ipotesi. A mio avviso Atlantide si trovava nella zona che attualmente è occupata dalle Azzorre, le Canarie, Madeira, le Bermuda e l'Islanda. Molto probabilmente aveva dei possedimenti nel Mediterraneo, nelle Americhe e nell'Africa ed era una delle maggiori potenze nel mondo. Non si può tralasciare la teoria dei Flem-Ath ( che deriva da quella di Hapgood) i quali dicono che la civiltà di Atlantide abbia avuto sede nell'Antartide nel periodo in cui, secondo quanto questi sostengono, una parte del continente era libero dai ghiacci (circa 13000 anni fa ). Non è un'ipotesi da sottovalutare in quanto la teoria nasce principalmente dal portolano di Piri Re'is del XVI secolo e da altri portolani che descrivono le coste dell'Antartide in modo perfetto prima che il continente venisse scoperto usando la trigonometria sferica. Infatti lo stesso Piri Re'is afferma di aver costruito le sue cartine utilizzando delle mappe molto antiche. Pare che il pirata turco, che poteva disporre della biblioteca di Costantinopoli, abbia copiato le sue mappe da copie fatte durante il periodo greco-romano. A mio avviso l'Antartide poteva essere una piccolo colonia di Atlantide ma dubito fortemente che potesse essere abitata da un qualche genere di civiltà. Non mi convince molto l'ipotesi del parziale scongelamento dell'Antartide in quanto non mi sembra surrogata da dati scientifici corretti.

Concludendo, la cultura atlantidea, secondo quanto dice Platone, era avanzatissima rispetto al grado di civiltà che ci si dovrebbe aspettare seguendo gli studi dell'archeologia ufficiale, anzi una cultura di tipo atlantideo non dovrebbe neanche essere possibile secondo gli studi ufficiali. Tuttavia a prima vista ( ovvero secondo quanto si può leggere in Platone) il suo grado di civilizzazione appare simile a quello greco dell'epoca classica. Ciononostante bisogna fare alcune considerazioni:1) la grandezza della città e la complessità costruttiva delle sue opere architettoniche richiedono una grande competenza ingegneristica, per lo meno una grande esperienza 2)Atlantide intratteneva rapporti commerciali, politici e militari sia con i popoli dell'Europa e dell'Africa sia con quelli delle Americhe attraverso una flotta sufficientemente avanzata per le traversate oceaniche 3) l'esercito atlantideo doveva essere organizzato a tal punto da controllare stabilmente vaste aree territoriali. Tutto ciò ci può far pensare che Atlantide fosse più organizzata e evoluta della civiltà greca, ma di certo non ci sono testimonianze ( in Platone) che gli atlantidei possedessero una tecnologia pari ( se non superiore ) alla nostra. Questa idea di un' "Atlantide supertecnologica" ci è stata fatta balenare da vari medium e teosofi che sarebbero entrati in contatto con "entità" vissute ai tempi di Atlantide.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

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